Il codice antimafia adesso è legge. Le nuove norme di fatto dovrebbero velocizzare tutte le misure di prevenzione patrimoniale per rendere più sicura la scelta degli amministratori giudiziari per la gestione di beni confiscati. Il nuovo codice di fatto rivisita l'Agenzia per i beni confiscati e si rivolge anche a corrotti, stalker e terroristi. E proprio questa equiparazione tra corrotti e mafiosi ha creato un dibattito acceso in Parlamento e questo passaggio del provvedimento è stato di fatto contestato dalle opposizioni. "È un regalo al Paese", è stato il commento della presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi. "Da oggi ci sono più strumenti per combattere la mafia, più trasparenza nella gestione dei beni confiscati, più garanzie per chi è sottoposto a misure di prevenzione. Una buona notizia per la lotta alla criminalità organizzata e per lo Stato di diritto", ha affermato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Critiche da parte di Forza Italia: "Con la pessima riforma del codice antimafia siamo al 'panpenalismo'.
Non c'è alcuna distinzione, si porta tutto sul piano penale, senza selezionare le singole tipologie di reato. A nostro avviso quest'estensione del penale a reati che nulla hanno a che fare con la criminalità mafiosa o con quella economica è inaccettabile", ha affermato il capogruppo azzurro alla Camera, Renato Brunetta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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