Colesterolo: il livello va ridotto con fermezza

Dopo un infarto, non basta abbassare il colesterolo Ldl (quello cattivo). Occorre addirittura abbatterlo, per prevenire il rischio di incorrere in un secondo evento. Una possibilità, quest'ultima, che spesso può avere esiti fatali. Anche per via di una mancata aderenza alla terapia, dopo la prima ospedalizzazione. Così se da un lato la mortalità intraospedaliera dell'infarto cala, dall'altro aumentano i decessi, ad un anno dalla dimissione. Ora, un'ampia sperimentazione clinica, Improve-it (oltre 18mila pazienti arruolati, 1500 centri coinvolti, una durata di 9 anni con un follow up di circa 6 anni), dimostra che è possibile evitare nuovi eventi cardiovascolari, nei pazienti che si trovano nella fase post-acuta delle sindromi coronariche, abbattendo il livello di colesterolo Ldl, al di sotto della soglia di sicurezza di 70mg/dL. Una strategia valida (a patto di essere diligenti nel seguire il trattamento), che ha preso in considerazione una combinazione di farmaci Ezetimibe in associazione con una statina (Simvastatina): grazie all'azione sinergica delle due molecole, si ottiene una efficace riduzione del colesterolo Ldl, ricorrendo a dosi ridotte di statine, con un buon profilo di tollerabilità, mantenuto nel tempo. I risultati di Improve-it, già presentanti in recenti Congressi internazionali, sono stati pubblicati in questi giorni, sull'autorevole rivista internazionale The New England Journal of Medicine.

«Lo Studio Improve-it, segna un grande e profondo cambiamento della conoscenza che abbiamo verso la terapia del colesterolo Ldl, nei pazienti con sindrome coronarica acuta e su come utilizzare i farmaci», commenta Michele Massimo Gulizia, presidente Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco) e direttore struttura complessa di cardiologia, ospedale Garibaldi-Nesima di Catania.

«Oggi possiamo affermare che non solo dobbiamo abbassare la soglia del colesterolo Ldl, ma addirittura dobbiamo abbatterla sotto il limite di sicurezza di 70 mg/dL. Proprio questa strategia, con l'utilizzo di Ezetimibe in associazione a Simvastatina, si è visto nella sperimentazione che ha ridotto del 13% gli infarti miocardici acuti e del 21 % gli ictus cerebrali».

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