Il Colosseo della vergogna: turisti tra rifiuti ed escrementi

Bottiglie vuote, giornali, volantini, cartacce e bicchieri. E persino alcuni sacchi di immondizia. È l'istantanea del Colosseo scattata ieri pomeriggio

Il Colosseo della vergogna: turisti tra rifiuti ed escrementi

Bottiglie vuote, giornali, volantini, cartacce e bicchieri. E persino alcuni sacchi di immondizia ammucchiati per ore sotto il monumento che tutto il mondo ci invidia. È l'istantanea del Colosseo scattata ieri pomeriggio (guarda la gallery). Nella domenica, che precede il ballottaggio per l'elezione del nuovo sindaco di Roma, torna a infiammarsi l'emergenza rifiuti nel centro storico della Capitale.

Quel che resta di una giornata affollata da turisti provenienti da tutto il mondo, quando i cancelli sono ormai chiusi, quando i saltafila, le guide abusive e i promoter sono tornati a casa e percorrendo l'area esterna dell'Anfiteatro Flavio non si incontra neanche l'ombra di un custode, un vigile, un poliziotto, un addetto alle pulizie, è una cartolina davvero desolante segnata dall'incuria e dalla sporcizia. A documentarla è l'Adnkronos in un servizio che rilancia l'emergenza degrado lanciata l'anno scorso dal New York Times. Tutto intorno rimangono soltanto qualche venditore abusivo, che vende i selfie stick o le sciarpe, e una camionetta dell'esercito. I militari stazionano davanti l'ingresso principale del Colosseo. Accanto a loro campeggia un cartello con la scritta "Work in progress".

Non bastassero le transenne a gettare ombra su uno dei monumenti più fotografati al mondo. I minuti passano, diventano ore, il sole ormai è calato, ma quei sacchetti sono sempre lì. Nessuno peraltro ne conosce il contenuto. E nessuno, nonostante l'allerta terrorismo nell'anno del Giubileo, sembra preoccuparsene. Tanto che quei sacchi restano lì indisturbati, insieme alle bottiglie vuote, alle cartacce e a un gatto che ci scodinzola intorno.

A peggiorare il tutto, a macchiare ulteriormente l'immagine di quello che dovrebbe essere il biglietto da visita non solo di una città ma di un Paese intero, escrementi di cavallo dai quali proviene un odore nauseabondo.

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