Aveva già bevuto abbastanza tanto che si trovava in visibile stato di alterazione psico-fisica eppure, non appagato, un cingalese di 31 anni ha prima aggredito il barista che non voleva più servirlo e, poi, si è scagliato contro i poliziotti intervenuti per calmarlo tentando di distruggere la volante.
Intorno alle 20:30 della scorsa domenica, agenti dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico della Questura di Como sono stati inviati in viale Lecco per la presenza di uomo che, ubriaco, stava creando scompiglio all’interno di un bar.
Giunti sul posto, i poliziotti hanno immediatamente individuato e fermato il soggetto prima che potesse compiere qualche gesto irreparabile. L’uomo, infatti, poco prima aveva minacciato il titolare del locale, colpevole di essersi opposto alla sua richiesta di consumare ulteriori bevande, e molestato i clienti.
Gli agenti, così, hanno provato a sottoporre l’esagitato ad identificazione ma quest’ultimo, con un atteggiamento di sfida, si è rifiutato di esibire i documenti e di declinare le proprie generalità. Dopo i ripetuti inviti, l’uomo è uscito dal bar ma si è avventato contro la macchina della polizia colpendola ripetutamente per tentare di danneggiarla.
Al termine di momenti ad altissima tensione, le forze dell’ordine sono riuscite a bloccare il violento e lo hanno accompagnato in Questura per gli accertamenti di rito. Dalle indagini è risultato che il fermato è un immigrato cingalese di 31 anni con precedenti specifici per resistenza e violenza a Pubblico ufficiale e reati contro il patrimonio e gravato da un avviso orale emesso dal Questore di Milano.
L’extracomunitario, invece di placarsi ha proseguito nella sua condotta aggressiva tanto che ha continuato ad insultare i poliziotti rifiutandosi, inoltre, di farsi foto segnalare. Lo straniero, così, è stato arrestato per il reato di resistenza, danneggiamento e porto ingiustificato di strumenti atti ad offendere.
Stante la flagranza di reato ed i precedenti specifici e gravi, lo straniero è stato trattenuto
nelle camere di sicurezza della Questura di Como, a disposizione dell’Autorità giudiziaria. L’immigrato, processato per direttissima, è stato condannato ad 1 anno e 2 mesi di reclusione con sospensione ed obbligo di firma.
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