Como, incendio in casa: morti il padre e quattro bambine

Un incendio è scoppiato all'interno di un appartamento in via San Fermo, tra i comuni di Como e San Fermo

Como, incendio in casa: morti il padre e quattro bambine

Ci sarebbe un dramma familiare dietro l'incendio in un appartamento di Como in cui sono morte quattro bambine e il papà. Sembra che sia stato proprio l'uomo, un 49enne marocchino con permesso di soggiorno, a barricarsi in casa con i figli e ad appiccare il fuoco in un momento di disperazione: era infatti separato dalla moglie, ricoverata da sei mesi per depressione, e da tempo non aveva più un lavoro stabile e si arrangiava anche facendo il lavapiatti. Il corpo senza vita del papà è stato trovato dai Vigili del fuoco quando hanno fatto irruzione con un'autoscala nell'appartamento all'ultimo piano.

Tre sorelline, di 11, sette e tre anni, sono morte poco dopo in ospedale. L'unica figlia sopravvissuta, di cinque anni, è stata recuperata in condizioni gravissime ed è stata trasferita dall'ospedale Sant'Antonio Abate di Cantù all'ospedale Buzzi di Milano. Dove è però morta in serata a causa delle complicazioni delle ustioni.

L'allarme era stato dato dai vicini di casa dello stabile di via San Fermo della Battaglia, che hanno anche sfondato la porta di casa ma non sono riusciti a entrare per il fumo denso e il crollo di una parte del soffitto. "Apriremo un'inchiesta per incendio, ma valuteremo anche altri reati", ha spiegato il procuratore di Como Nicola Piacente. Il ritrovamento di stracci, coperte e lenzuola accatastati per appiccare le fiamme ha confermato l'ipotesi del rogo doloso. La famiglia era seguita dai servizi sociali e l'appartamento era stato dato loro da una fondazione benefica, che affitta a persone bisognose.

Nell'ingresso dell'appartamento della palazzina "c'erano molti giornali vecchi, che il papà aveva accumulato nell'ultimo periodo", ha detto il vicino di casa Reza Nassiri, 52 anni, ingegnere di origine iraniana da 17 anni in Italia, che questa mattina con un altro condomino è stato il primo a cercare di prestare soccorso alla famiglia. "Avevo già notato queste pile di giornali nei giorni scorsi - ha detto l'uomo - e poi questa mattina quando abbiamo buttato giù la porta li ho visti". "Intorno alle 7.30, quando mio figlio è partito e l'ho accompagnato, non c'era odore di fumo per le scale del palazzo ed era tutto tranquillo. Intorno alle 7.

45, quando sono tornato, ho capito che stava succedendo qualcosa, sono salito all'ultimo piano e ho visto il fumo uscire dalla porta. A quel punto con un altro vicino l'abbiamo presa a calci e abbiamo dato dei colpi con una pala, ma quando siamo entrati in casa era troppo tardi".

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