Pronta la class action lombarda "Zona rossa? Ora dateci i soldi"

Secondo i calcoli dell’associazione la zona rossa sarebbe costata 600 milioni e adesso chiede ristori aggiuntivi

Pronta la class action lombarda "Zona rossa? Ora dateci i soldi"

Confesercenti Lombardia ammette di essere rimasta senza parole e lo fa tramite il suo presidente, Gianni Rebecchi, che non ha certo nascosto l’amarezza derivata dal pasticcio sulla zona rossa in cui la Lombardia si è trovata per una settimana, senza neanche meritarsela. E proprio per questo motivo l’associazione di categoria sta pensando di avviare una class action per il danno subito la scorsa settimana dai commercianti lombardi.

Una perdita di 600 milioni

Rebecchi, in una intervista all’Adnkronos, ha spiegato che"per tutta la regione, anche in considerazione del periodo di saldi, stimiamo circa 600 milioni di volume d'affari perso dai negozi. E adesso, dopo undici mesi di sacrifici, arriviamo a scoprire che ci sono stati errori di calcolo. Non vogliamo entrare nella diatriba tra Regione e ministero, ma è necessario chiarire di chi sia la responsabilità. Questo danno chi lo paga?". Non è escluso che alla fine si passi anche per avvocati. L’associazione sta infatti aspettando di avere tutta la documentazione necessaria per riuscire a vederci chiaro.

Ma, come aggiunto dal presidente, “questo è un caso dove ci sono tutti i presupposti per far partire una class action contro i soggetti che hanno provocato un danno di questo tipo". Ha inoltre sottolineato che la situazione economica è ormai drammatica e che più della metà dell'occupazione che si è persa nel 2021 sarà proprio nel settore che l’associazione rappresenta.

La richiesta di ristori aggiuntivi per la Lombardia

Secondo Rebecchi poi la questione dei dati non terminerà certo domani. Per far partire una class action si deve prima riuscire a capire cosa è successo. Intanto però, almeno per cercare di rimediare, "è necessario intervenire con ristori precisi per le categorie costrette a non esercitare. È stata inibita l'attività di impresa in modo errato e a tale inibizione deve corrispondere un ristoro adeguato, quindi chiediamo ristori aggiuntivi per questa settimana di chiusure".

Anche Antonio Terzi, presidente Confesercenti Bergamo, ha commentato il ritorno della Lombardia in fascia arancione dopo una settimana in zona rossa che ha costretto alla chiusura forzata migliaia di imprese. Terzi ha detto chiaramente che adesso i commercianti pretendono i ristori e che chiedono soprattutto di conoscere la verità dei fatti, in modo che chi ha sbagliato paghi. A rincarare la dose Andrea Painini, presidente provinciale di Confesercenti: "Mentre l'orchestrina suona la nave va a fondo! Quello che sta accadendo davanti agli occhi delle imprese è inaccettabile: l'instabilità politica e il rimpallo di responsabilità tra Regione e Governo non fanno altro che esasperare gli animi di chi ormai all'orizzonte ha solo la chiusura della propria attività".

Nessuna rettifica dei dati

L’assessora al Welfare e vicepresidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha spiegato in una intervista che non vi è stata nessuna rettifica dei dati da parte della Regione.

Ma solo che, “a seguito di un approfondimento relativo all'algoritmo dell'Iss, condiviso con lo stesso, per l'estrazione dei dati per il calcolo dell'Rt, abbiamo inviato la rivalorizzazione di dati richiesta che ci auguriamo porti alla revisione dell'assegnazione di zona rossa”. E infatti così è stato, da domani la Lombardia tornerà a essere colorata di arancione. I commercianti vogliono però adesso capire perché per una intera settimana la Lombardia è stata in zona rossa senza meritarselo.

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