Ecco qual è la regione vicina al "contagio zero"

Tutta la penisola ha ormai raggiunto la soglia decisiva: in media meno di una persona infettata per ogni malato. In Emilia-Romagna l’indice di trasmissione più alto

Ecco qual è la regione vicina al "contagio zero"

Per quanto riguarda il numero di contagi, la Regione che presenta il dato migliore è la Sicilia. Due settimane è il tempo servito per riportare i contagi sotto il valore di una unità. E quindi per poter determinare l’arresto della curva esponenziale. Il dato che nelle ultime settimane abbiamo imparato tutti a conoscere è quello relativo all’R0. Questo si riferisce al numero medio di contagi generati da un solo soggetto malato.

Siamo partiti da un valore molto alto, 2-3, registrato prima del lockdown dichiarato dal governo, arrivando poi a 1 in tutto il Paese, nel periodo tra il 10 marzo e il 25 marzo. Tragica la situazione iniziale soprattutto nelle strutture ospedaliere del Nord Italia, ma vi era comunque l’idea che, grazie alle norme di contenimento, la situazione sarebbe andata via via migliorando. Già a febbraio si erano visti dei progressi nella zona di Codogno, in seguito alla notizia del primo contagiato.

Adesso due malati per contagiare un soggetto

Come riporta il Corriere, a oggi la situazione è migliorata ancora, e l’R0 si è stabilizzato in media intorno allo 0,5. In tutto sono state 15 le Regioni che sono state prese in considerazione durante lo studio, nelle quali il valore oscilla tra lo 0,2 e lo 0,7. Le altre regioni avevano dei dati non sufficientemente validi per essere presi in considerazione. In Italia sono l’Istituto superiore di sanità e la Fondazione Bruno Kesler, alla quale l'Istituto fa riferimento per i modelli matematici, a firmare lo studio sulle caratteristiche epidemiologiche del coronavirus.

Lo studio in questione viene tenuto in considerazione anche dal governo, per valutare eventuali riaperture e norme da adottare. Anche perché, se si dovesse sbagliare qualcosa, il Covid-19 non ci metterebbe molto a tornare pericoloso come all’inizio dell’epidemia. Come continua a ribadire Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, “la ripartenza sarebbe rapidissima, tempo due settimane di distrazione e ci ritroveremmo nella situazione iniziale. Ecco perché diciamo che ogni apertura deve essere prudente e prima del passo successivo bisogna osservare l' effetto delle iniziative precedenti. Il virus circola ancora”.

Al Sud situazione migliore fin dall'inizio

Situazioni diverse nelle varie parti d’Italia. Per esempio, al Centro-Sud l’epidemia, fino a questo momento, non è stata così distruttiva come al Nord. Forse, il fatto che si sia sviluppata prima nelle zone settentrionali della Penisola, ha aiutato le altre Regioni ad affrontare meglio l’emergenza in atto.

Stefano Merler, ricercatore del Kessler, è convinto che il virus sia giunto in Lombardia e abbia iniziato a circolare molto prima rispetto al caso del paziente 1 di Codogno: “Almeno a gennaio. Credo che all'origine ci siano casi multipli importati e ciò spiega come il 20 febbraio le infezioni erano già centinaia”.

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