L'ultima dichiarazione del premier Conte mette sullo stesso piano la Tav con le disastrate strade siciliane. Almeno, l'intenzione vorrebbe essere quella di sbloccare i cantieri considerati minori, ma a dire il vero l'effetto che ne viene fuori rischia di mortificare una regione da quattro anni spezzata in due per il crollo del viadotto Himera sulla A19 Palermo-Catania. Una regione che attende il doppio binario ferroviario, l'alta velocità, autostrade sicure e il completamento dell'eterna incompiuta Siracusa-Gela. Senza dimenticare gli investimenti su strade statali e provinciali che franano ogni giorno che passa e isolano interi territori, come il paese di Campofelice di Fitalia, il paese senza strade. "Domani sarò in Sicilia con il ministro Toninelli per sbloccare un cantiere altrettanto strategico per l'Italia, se non di più, come la SS 640 Agrigento-Caltanissetta, e saremo anche in un altro cantiere al Nord - dice il premier al termine dell'inaugurazione dello stabilimento Fincantieri Infrastructure -. Capisco che tutta l'opinione pubblica si è concentrata sul dualismo Tav sì o Tav no, ma ho anticipato che lavoreremo sul dossier e avrò un'interlocuzione con la Francia e la Commissione Ue per approfondire le criticità emerse, ma quello che questo dibattito legittimo rischia di offuscare e l'azione del governo è il fatto che l'Italia ha bisogno d'investimenti". Giusto, giustissimo ma non si può paragonare la Tav con la necessità per la Sicilia di avere infrastrutture moderne e sicure, in linea con le altre regioni italiane: "d'ora in poi come lavoreremo a Palazzo Chigi, con le task force e le cabine di regia, lavoreremo operativamente cantiere su cantiere per verificare come sbloccare i cantieri. L'Italia ha bisogno di questo - prosegue Conte -. L'Italia ha bisogno di investimenti e non esiste solo la Tav. La statale Agrigento-Caltanissetta, nella mia opinione e in quella degli esperti è più strategica della Tav".
A proposito dell'Agrigento-Caltanissetta, la statale 640, rischia di crollare. A denunciare la situazione è l'associazione ambientalista Mare Amico di Agrigento. "L'erosione costiera e il dissesto idrogeologico sono un mix devastante per le coste dell'agrigentino - spiega l'associazione -. Ormai le frane distano pochi metri dalla sede stradale ed è a rischio pure una galleria.
E' necessario effettuare urgentemente uno studio sull'unità fisiografica (capo rossello - punta bianca) ed agire. In questo tratto di costa, lungo circa 28 chilometri, ben 15 risultano a rischio crollo. La regione Sicilia e l'Anas debbono immediatamente intervenire a rimedio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.