Corona: "Sono un uomo nuovo. Lasciatemi in comunità"

"Mi è stata data un’opportunità e vi ringrazio molto, datemene un’altra, sono un uomo nuovo e ve lo dimostrerò, fidatevi di me", ha spiegato l’ex agente fotografico

Corona: "Sono un uomo nuovo. Lasciatemi in comunità"

Già con un docufilm sull’ultimo periodo della sua vita aveva voluto dimostrare di essere cambiato e di essere diventato una "persona nuova". E oggi lo stesso concetto Fabrizio Corona, l’ormai ex re dei paparazzi, lo ha ripetuto a voce davanti ai giudici della Sorveglianza di Milano, chiamati a decidere se confermare o meno per lui l’affidamento in prova ai servizi sociali in una delle comunità Exodus di Don Antonio Mazzi, che gli è stato concesso quattro mesi fa.

"Mi è stata data un’opportunità e vi ringrazio molto, datemene un’altra, sono un uomo nuovo e ve lo dimostrerò, fidatevi di me", ha spiegato l’ex agente fotografico nel corso dell’udienza a porte chiuse, durata circa un’ora. Udienza alla quale è arrivato accompagnato dalla madre, dai suoi legali, gli avvocati Ivano Chiesa e Antonella Calcaterra, e da alcuni amici e fan ("sei un grande", gli hanno gridato) con tanto di parentesi comica: è scivolato sui gradini dell’ingresso posteriore del Palazzo di Giustizia. "Il Fabrizio Corona che conoscevate voi prima, non c’è più", ha spiegato l’avvocato Chiesa ai cronisti, raccontando, tra l’altro, che "le relazioni scritte dal Sert (il servizio per le tossicodipendenze, ndr) e dall’Uepe (l’Ufficio esecuzione penale) sono tutte favorevoli e dicono addirittura che potrebbe uscire dalla comunità e proseguire nell’affidamento sul territorio, senza essere legato alla comunità".

Lo stesso sostituto pg Antonio Lamanna in udienza ha dato parere favorevole affinché l’ex "fotografo dei vip" resti a scontare gli oltre quattro anni di pena che gli rimangono nella comunità di Lonate Pozzolo (Varese). Ora i giudici della Sorveglianza, probabilmente nel giro di una settimana o poco più, dovranno decidere se confermare o meno l’affidamento concesso "temporaneamente" lo scorso 18 giugno, quando Corona è stato scarcerato dopo circa due anni e mezzo di detenzione. Se la decisione fosse negativa, Corona tornerebbe in carcere ad Opera. Per il legale, però, "i permessi di lavoro che in questo periodo Fabrizio ha ottenuto (compreso quello per la sua partecipazione alla presentazione del documentario lo scorso settembre, ndr) sono stati un banco di prova e lui si è comportato molto bene". Il fatto, ha aggiunto il legale, "è che Corona ha una particolarità, quella di suscitare interesse quando è fuori, ma ad ogni modo ha gestito questi permessi molto bene". Il giudice Giovanna Di Rosa aveva disposto l’affidamento in prova per una serie di ragioni tecnico-giuridiche, per l’assenza di "pericolosità sociale" da parte dell’ex agente fotografico e per il suo passato di tossicodipendenza.

Ora la parola passerà ad un collegio di magistrati e esperti. Nel frattempo, Corona è dovuto rimanere in silenzio anche oggi davanti ai cronisti, perché tra le disposizioni impartite dalla Sorveglianza c’è proprio quella di non rilasciare dichiarazioni.

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