L'Italia sta perdendo una grande occasione: avrebbe dovuto sfruttare le temperature alte di questi giorni per avvicinare allo zero la presenza del Coronavirus, ma invece la discesa dei casi si è fermata. A dare un chiaro avvertimento è stato Andrea Crisanti, che ha illustrato qual è il quadro della situazione a quasi un mese e mezzo dalla ripartenza graduale del Paese. La sua analisi si basa su alcuni punti fermi, che a suo giudizio fotografano in maniera corretta la realtà: "I numeri dell'epidemia ora sono bassi, però c'è un elemento che ci deve fare molto preoccupare". E qual è questo fattore? I nuovi casi non diminuiscono da settimane e gli scostamenti sono poco significativi: "Qualcosa non sta funzionando".
Il direttore di Microbiologia e Virologia dell'Università di Padova ha posto l'attenzione sulla Lombardia, dove "non si sta facendo il tracciamento dei casi, non li si sta cercando e isolando", altrimenti il calo sarebbe proseguito. Appare evidente come il Covid-19 sia molto sensibile al fattore climatico, ma questo aspetto potrebbe aumentare i timori in vista dell'autunno. Gli esperti si sono divisi su una possibile seconda ondata, ma il parere del consulente della Regione Veneto è il seguente: "Avremmo dovuto sfruttare queste settimane per portare vicino a zero i casi positivi, in modo da ridurre al massimo la base di infetti per quando tornerà il freddo e la situazione climatica sarà favorevole a Sars-CoV-2. Non ci stiamo riuscendo. Non va bene".
"Il virus circola ancora"
Nell'intervista rilasciata a Il Messaggero, Crisanti ha parlato anche degli assembramenti come possibile causa di eventuali peggioramenti della situazione: "Siamo fortunati che il virus pare sensibile alle condizioni climatiche, altrimenti eravamo rovinati. Ma ciò che ci sta salvando ora, non ci salverà in autunno-inverno". Uno dei recenti casi è stata la maxi festa a Napoli dopo la vittoria della Coppa Italia, con Ranieri Guerra - direttore aggiunto dell'Organizzazione mondiale della sanità - che è intervenuto senza mezzi termini: "Sciagurati!".
Al di là dei nuovi casi di Pechino, l'Asia sta limitando i danni poiché va considerato che la loro tradizione di controllo delle malattie infettive è superiore alla nostra: "Hanno in piedi un sistema epidemiologico territoriale con i controfiocchi".
Ma come è possibile che a Singapore vi siano 41mila casi ma solo 26 decessi? "Significa che il virus circola molto di più di quello che pensiamo". Infine il virologo si è voluto soffermare su un'altra questione: "Di questo virus ancora non abbiamo capito molto. Ci sono ancora molte, molte cose da capire".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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