Sono un virologo di fama internazionale, un medico legale e ricercatore e un magistrato anti-mafia. Si tratta, in ordine, di Giulio Tarro, Pasquale Mario Bacco e Angelo Giorgianni e sono gli "eretici" ai tempi del Coronavirus. Tanto da fondare un'associazione, "L'Eretico" appunto, con la quale stanno portando avanti una battaglia contro il Governo e la sua gestione dell'epidemia. Al loro fianco, oggi, alla Camera dei deputati, anche il Comicost, il comitato per la difesa delle libertà costituzionali con sede a Bergamo, rappresentato dal Stefano Manera, medico, dall'avvocato Nino Filippo Moriggia ed il professor Marco Mamone Capria dell'Università degli studi di Perugia.
"Parliamo di assassinii di Stato anche dolosi, con dolo eventuale, e lo dimostreremo." dice, con voce perentoria, al Giornale.it, Paquale Mario Bacco a margine dell'incontro alla Camera. La battaglia ruota soprattutto intorno alle autopsie negate sui pazienti deceduti, affetti da Covid 19, e sul protocollo sbagliato seguito nelle terapie intensive quando l'epidemia in Italia era all'apice. "È stata commessa una strage di Stato" ripete Bacco al telefono. E il lockdown "è completamente sbagliato".
Titolo dell'incontro di oggi al Parlamento era: "Coronavirus: emergenza sanitaria o democratica?". Secondo gli "eretici", infatti, in Italia c'è stato "un colpo di Stato. Hanno limitato le nostre libertà fondamentali, ci hanno martellato con dati che confondevano e confondono sintomatici e asintomatici. Tutto questo nell'attesa messianica di un vaccino che non serve a niente, perché il virus cambia troppo velocemente" come ribadiscono in un comunicato stampa Tarro, Bacco e Giorgianni prima di una tre giorni di incontri alla Camera, fortemente voluti da Vittorio Sgarbi e Sara Cunial, e ad ascoltarli anche Matteo Salvini in prima fila.
Oggi, insieme agli eretici, come dicevamo, anche il Comicost ed importante è stato l'intervento del dottor Manera, anestesista e rianimatore che ha prestato servizio in forma volontaria presso l'ospedale "Papa Giovanni XXIII" di Bergamo in piena emergenza pandemica. "In quei giorni le informazioni che arrivavano a tutti noi medici erano poco chiare e molto confuse. Il sentire comune era quello di brancolare nel buio perché era molto difficile comprendere la fisiopatologia della malattia." ricorda Manera. Poi, ad aprile una lezione on line "seguita dopo un turno massacrante" del professor Pier Luigi Viale di Bologna, fu illuminante per il medico di Bergamo. "Il professore definiva in maniera magistrale le tre fasi cliniche del Covid e poneva le basi terapeutiche logiche e molto chiare per questa malattia. Avevamo finalmente una bella notizia ed era che le cure a domicilio esistevano e che il virus non rappresentava il mostro che tutti noi pensavamo fosse essere. Mi domandai, però, quello stesso pomeriggio, perché quella lezione fosse stata fatta così in sordina e perché queste informazioni essenziali non fossero state rese note a tutti i medici, soprattutto quelli di base." ha continuato Manera che decise, a quel punto, di divulgare in un'intervista le informaizoni di Viale. "Fu allora - ha continuato il giovane medico alla Camera - che iniziammo a chiederci perché le autopsie erano state disincentivate soprattutto quando si scoprì che Sars Cov 2 causava tromboembolie polmonari diffuse affrontabili attraverso la somministrazione di eparina a basso peso molecolare. Moltissimi colleghi si chiedevano come mai non ricevessero linee guida, informazioni, indicazioni terapeutiche per quanto riguarda il curare i pazienti a casa. Il 24 aprile scorso, insieme ad altri trentadue colleghi, primo firmatario il professor Piero Sestili, ordinario di farmacologia dell'Università di Urbino, scrivemmo un appello al ministro Speranza perché venisse incentivato l'utilizzo del desametasone in ambito extraospedaliero per frenare la cascata infiammatoria, la tempesta citochinica (una reazione immunitaria potenzialmente fatale, ndr) riducendo l'aggravamento della malattia e di conseguenza il numero dei morti. Questo appello è rimasto senza risposta. Due mesi dopo il Regno Unito ha annunciato al mondo intero che il desametasone poteva avere un ruolo chiave nel salvare vite umane. Il 27 aprile ho scritto di mio pugno un'email al mio ordine di appartenenza chiedendo al presidente indicazioni terapeutiche e mi dichiarai disponibile a contribuire a un eventuale tavolo di lavoro per definire e fornire ai nostri colleghi impegnati sul fronte, la cura a domicilio, ma anche questa email è rimasta senza risposta. Questi appelli sono rimasti inascoltati e non hanno ricevuto nessun tipo di risposta. O meglio, una risposta c'è stata, perché l'ordine dei medici a cui appartengo, ha deciso di avviare un procedimento disciplinare nei miei confronti".
In realtà che ci fosse un legame tra il Covid e le tromboembolie, a detta di Manera, si sapeva addirittura da febbraio quando "avevamo appreso direttamente dai ricercatori di Wuhan che era stato pubblicato un articolo su una prestigiosa rivista medica sui 'parametri anormali della coagulazione sono associati a una prognosi sfavorevole nei pazienti con una nuova polmonite da Coronavirus', e lo dimostravano già anche altri studi. Abbiamo appreso che il vero problema clinico non era la polmonite interstiziale ma la tromboembolia diffusa ad essa associata. Abbiamo evidenziato che curare agli esordi l'infiammazione e quindi la trombosi avrebbe realmente potuto salvare moltissime vite umane che invece non ce l'hanno fatta.".
Insomma, tante informazioni in merito alle giuste terapie da adottare c'erano già a metà febbraio, ma nessuno le ha volute seguire e il protocollo dell'Oms non le prendeva in considerazione, secondo gli eretici. "Il dolo eventuale sta nel fatto che il Governo non ha volontariamente ascoltato voci diverse dal protocollo, non ha ascoltato chi diceva di non sparare ad una certa pressione l'ossigeno puro nei polmoni. Io ho visto quei polmoni nelle autopsie, erano completamente ustionati alla base" ha ribadito Bacco.
Quali sarebbero state, infine, le basi scientifiche per permettere il lockdown? Si chiede alla Camera, a chiusura dell'incontro, il ricercatore Mamone Capria, "I lavori dei cosiddetti comitati ristretti non sono stati resi accessibili ai cittadini. La segretezza dei verbali del Cts (il comitato tecnico scientifico, ndr) non è stata una dimenticanza, ma è stata mantenuta dal Governo nonostante le richieste di acesso provenienti da più parti. Basti pensare che solo pochi giorni fa la fondazione Einaudi ha vinto il ricorso al Tar del Lazio per l'accesso generalizzato alla documentazione.
" questo ha fatto sì che non ci fosse un dibattito tra scienziati, ma una ricerca a porte chiuse che, secondo Mamone Capria "mette a serio rischio l'integrità della scienza e la tutela degli interessi dei cittadini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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