E se si potesse contrastare il Covid-19 con il plasma dei guariti? Più che una ipotesi remota, una possibilità attuabilissima e già in sperimentazione presso alcuni ospedali della Lombardia, culla del nuovo virus dallo scorso febbraio.
Guarire dal coronavirus si può. Sebbene il dato relativo al numero dei decessi in Italia sia decisamente allarmante - più di 20.000 alla data del 14 aprile - esiste un'elevata percentuale di contagiati (circa il 70%) che, mediante l'ausilio di terapie mirate o in maniera del tutto spontanea, riesce a debellare brillantemente la malattia. Tante e diversificate le cure sperimentali al vaglio dei ricercatori nostrani, tutte con risultati più o meno soddisfacenti. E se il grattacapo maggiore resta quello di un vaccino ad hoc in tempi brevi, rassicura l'elaborazione di un tecnica prammatica in grado di mettere al tappeto il Covid-19 abbastanza rapidamente. Una risposta efficace contro l'infenzione giunge dritta dal plasma dei guariti, al cui interno sono contenuti i preziosissimi anticorpi del virus. L'intuizione vanta la paternità dei professionisti operanti all'ospedale San Matteo di Pavia ma il protocollo di cura è già in sperimentazione presso il Carlo Poma di Mantova.
Si tratta di una terapia trasfusionale di sangue "iperimmune" prelevato dai pazienti guariti dal Covid ed iniettato a persone ancora positive. I donatori sono coloro i quali abbiano inattivato il virus risultando negativi ai 2 test eseguiti a distanza di 24 ore l'uno dall'altro. "Ad oggi si può considerare il plasma iperimmune come l'unica cura specifica attualmente disponibile - spiega Massimo Franchini, primario del reparto di Imunoematologia e Medicina trasfusionale dell'ospedale Carlo Poma di Mantova, al Fatto Quotidiano - Questa epidemia è stata utilizzata con successo anche nelle epidemie precedenti come la Sars e la Mers, tra il 2012 e il 2013, con ottimi risultati". Dal punto di vista prettamente tecnico "ogni sacca di plasma, prima di essere trasfusa, viene 'virus inattivata' con una metodica particolare che rende massima la sicurezza del prodotto".
Il protocollo adoperato a Mantova e Pavia sembra sortire gli effetti desiderati, ben oltre le aspettative messe da conto all'inizio della sperimentazione. A sottolineare il successo della terapia è anche il professore Giuseppe De Donno, medico in prima linea nell'emergenza presso il presidio mantovano: "Ad oggi, - chiarisce - abbiamo 25 pazienti in arruolamento. Di questi posso dire che 12 hanno completato il percorso terapeutico e sono guariti. Alcuni devono proseguire la convalescenza a casa oppure effettuare riabilitazione ma sono clinicamente guariti". Emblematico, a tal proposito, il caso di un 43enne mantovano che ha negativizzato il virus mediante le trasfusioni di sangue iperimmune.
"Era arrivato nel mio reparto in condizioni critiche - spiega De Donno -Lo abbiamo trattato con ventilazione meccanica e ossigenazione. E poi, con l'infusione di plasma: in due giorni è migliorato tantissimo, tanto che abbiamo tolto la ventilazione e l'ossigenoterapia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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