E' stato bloccato mentre si stava per imbarcare sull'aereo dell'aeronautica militare che lo avrebbe riportato in Italia assieme ad altri 56 italiani. La febbre sospetta (non si sa ancora se sia dovuta al coronavirus) ha bloccato uno studente di 17 anni e fatto scattare le misure di sicurezza previste in questi casi: niente viaggio per evitare, precauzionalmente, altri contagi.
La febbricciattola, a 37.7, è stata comunque sufficiente per farlo rimanere a terra e ricoverare all'ospedale di Wuahn perchè il limite è stato fissato a 37.3. Come riporta IlMessaggero.it, i protocolli di sicurezza, al fine di tutelare gli altri connazionali, parlano chiaro. Il Boeing 767 ha quindi lasciato la città di Wuhan, capoluogo della provincia cinese dell'Hubei ed epicentro della malattia, con 56 italiani a bordo.
14 giorni in quarantena
Al loro arrivo nell'aeroporto di Pratica di Mare, ai nostri connazionali è stato effettuato un ulteriore screening, il terzo nell'arco di una giornata: il primo dai cinesi in aeroporto, il secondo dai medici militari del Boeing prima del decollo e l'ultimo al loro arrivo nel suolo italiano. Immediatamente dopo, sono stati accompagnati da una scorta di carabinieri e polizia nel centro sportivo dell'esercito della Cecchignola, a Roma Sud, dove trascorreranno le due settimane previste per la quarantena. In caso di anomalie saranno subito accompagnati all'ospedale Spallanzani, Centro di Eccellenza per le malattie infettive dove il coronavirus è già stato isolato da un team di ricercatori italiani.
Eccezionali misure di sicurezza
Nonostante questi controlli, nel centro sportivo dell'esercito si è scelto di elevare gli standard di sicurezza al massimo, tutto studiato nei minimi dettagli e coordinato dal ministero della Difesa guidato da Lorenzo Guerini.
I pasti dei 56 italiani dovranno essere consumati, rigorosamente, nelle stanze loro assegnate: gli avanzi di cibo e tutto ciò che toccheranno (ad esempio le posate) dovranno essere buttati in una busta che loro stessi dovranno chiudere. Il sacchetto sarà trattato come un rifiuto speciale.
Nessun contatto con i familiari
Le diverse stanze saranno dotate di tutti i comfort: bagno in camera, televisore e wi-fi. Dovunque, poi, c'è la doppia scritta in italiano e cinese "lavarsi spesso le mani" perché alcuni bambini hanno maggiore dimestichezza con la lingua del Paese in cui vivono da anni. Inoltre, non potranno esserci contatti con i familiari. "Non potrò subito riabbracciare i miei cari, ma va bene, sarò comunque più tranquillo", ha detto ieri Michael Talignani, uno dei 56 italiani, prima di imbarcarsi sul volo da Wuhan.
Anche per questo motivo, nel team che si prenderà cura di loro è presente uno psicologo mentre gli altri sono medici e infermieri.
Tutto il personale sanitario dovrà comunque indossare mascherine, guanti e tuta quando dovrà relazionarsi con loro. Esiste anche una stanza di isolamento qualora a qualcuno di loro dovessero manifestarsi i sintomi del coronavirus. Speriamo non sia mai utilizzata.
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