Il prestito da 300 milioni di euro da parte dello Stato italiano ad Alitalia è illegittimo, mentre è lecita la vendita dei beni della compagnia aerea. Lo ha stabilito la Corte europea confermando le decisioni della Commissione Ue, contestate da Ryanair.
Nel 2006, per tentare di risanare i conti della compagnia di bandiera, lo Stato italiano decise di vendere la propria partecipazione nella società. Due anni dopo arrivò il prestito, che Alitalia poteva imputare in conto capitale. Vista l'insolvenza, la compagnia venne posta in amministrazione straordinaria e fu nominata una banca quale esperto indipendente perché verificasse la congruità del prezzo di vendita dei beni di Alitalia rispetto al prezzo di mercato. La Commissione europea ha così indagato sull’offerta della Compagnia aerea italiana e sulle misure relative al prestito ed alla facoltà di imputare la somma in conto capitale.
Bruxelles ha bocciato il prestito perché conferiva un vantaggio economico finanziato con risorse statali e non concesso da un investitore privato, ma ha ritenuto che la misura relativa alla vendita dei beni di Alitalia non implicasse la concessione di un aiuto di Stato agli acquirenti di
quest’ultima. Inoltre, la Commissione ha confermato che neppure la procedura di amministrazione straordinaria alla quale era stata sottoposta Alitalia portava alla concessione di un aiuto a favore degli acquirenti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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