La camionetta con i simboli della polizia francese, la sirena e i lampeggianti resta parcheggiata alla stazione. Dopo aver rastrellato il treno, gli agenti caricano il migrante su un altro mezzo senza insegne di riconoscimento. È anonimo, quasi a voler nascondere qualcosa. Il nove posti Renault sfreccia lungo le strade di Mentone, costeggia il lungomare e si dirige verso gli uffici della polizia di frontiera. Sono le 22 circa. L’immigrato non potrà essere respinto prima di domani mattina. È il destino dei clandestini che cercano di andare in Francia dopo le 19: vengono catturati, portati via, rinchiusi e stipati in un container senza cibo né acqua dalla polizia dell’accogliente Macron (guarda il video).
Di filippiche all’Italia sull’immigrazione la Francia ne ha fatte molte. Troppe, a giudicare da come si comporta al confine. Ieri l’Ong Mèdecins du Monde ha denunciato alla procura di Nizza i comportamenti della gendarmerie tra Mentone e Ventimiglia. Si parla di “detenzioni arbitrarie”, immigrati abbandonati in locali di "15 metri quadri senza mobili", di "servizi igienici inutilizzabili" e continue violazioni dei diritti delle persone. Abusi veri e propri che alcuni migranti hanno raccontato in esclusiva al Giornale.it.
Dopo aver seguito il furgoncino francese che porta i clandestini nei container-cella, aspettiamo la mattina per seguire i respingimenti immediati dalla Francia all’Italia. Gli stranieri catturati la sera precedente vengono svegliati intorno alle 7, poi inizia la trafila burocratica. Intorno alle 9 gli agenti li costringono ad oltrepassare a piedi il ponte che divide il Belpaese dai cugini d’Oltralpe. Sono stanchi. Arrabbiati. Disorientati. "Stanotte sono stato in quel container - ci spiega Ibrahim - mi hanno fatto dormire per terra, sul pavimento". Tredici lunghe ore di attesa, senza diritti. "Non ci hanno dato né cibo né acqua. Per bere c’era solo un bicchiere". E basta. Il bungalow "è freddo d’inverno e caldo d’estate". La porta è chiusa a chiave. Sul retro alcune finestre affacciano sulla Costa Azzurra, ma i migranti sono imprigionati da una lastra di ferro dagli spuntoni acuminati. Non possono scappare.
Le "detenzioni arbitrarie nei locali della polizia di frontiera francese" ci vengono confermate anche da diversi volontari di associazioni umanitarie che si occupano di immigrazione al confine franco-italiano. “Le condizioni in cui vengono tenuti sono degradanti - spiega una fonte - non hanno acqua, cibo, letti o coperte. Non gli viene neppure dato modo di essere visitati da un dottore o di avere un traduttore".
Le accuse prendono corpo dalle testimonianze dei diretti interessati. Donne e bambini vengono fatti dormire insieme agli uomini in stato di completo degrado e non mancano episodi di violenza verbale da parte dei poliziotti. “Sono dei figli di puttana - racconta un ragazzo algerino - Mi hanno chiesto se parlavo francese e quando ho risposto di ‘no’ si sono rivolti a me in arabo. Mi hanno detto: ‘Fuck your mother’". Hamid ne è certo: "I francesi sono dei razzisti, sono dei razzisti". Lo ripete due volte.
Secondo la fondazione francese Anafè che opera per dare sostegno legale ai profughi, l’unico obiettivo della gendarmerie è quello di rispedire i migranti in Italia nel più breve tempo possibile. Adieu. Nel suo ultimo rapporto di osservazione, cita anche la Commissione nazionale dei diritti dell’uomo, secondo cui “le garanzie durante la procedura di non ammissione non sono rispettate” e gli stranieri "non possono esercitare i propri diritti". "Secondo il Consiglio di Stato - spiega Emilie Pesselier, di Anafè - è legale trattenere una persona solo meno di 4 ore. In realtà, per i migranti la detenzione dura molto di più".
Gli immigrati restano nei container "tutta la notte", 12 o 13 ore, in moduli di metallo molto piccoli e "dove non c’è riciclo d’aria, non ci sono sedie, non ci sono letti o coperte". Le persone "vengono messe lì a decine, senza distinzioni di età né di sesso".È un inferno nei fatti, benedetto dalle belle parole di Macron. Che predica accoglienza senza metterla in pratica.
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