Così farò rinascere l'arte (con Forza Italia)

Così farò rinascere l'arte (con Forza Italia)

Mi sembra opportuno far conoscere ai lettori la mia posizione politica in vista del voto. La scelta di un patto federativo con Forza Italia è la conseguenza logica di una lunga storia di fertili rapporti con Silvio Berlusconi, fin dalla fine degli anni '80, con l'attività editoriale tra scrittura e televisione, e con la condivisione di un'urgenza politica determinata da Tangentopoli. Io, in verità, entrai in Parlamento come indipendente del Partito liberale nel 1992. Da allora, con diversi avvicinamenti all'area radicale, ho conservato un rapporto organico con Forza Italia, assumendo ruoli che avevano un contenuto univoco, da presidente della commissione Cultura della Camera ad assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia, e che hanno sempre ottenuto il rispetto anche dell'opposizione. È forse questa la ragione per cui, anche in Forza Italia, i valori della bellezza e della civiltà artistica non sono mai stati componenti politici essenziali.

È questo l'obiettivo di «Rinascimento», che non vuole porsi in alternativa a Forza Italia ma integrare quelle linee guida che, nel breve periodo della mia presenza nel governo, ci portarono alla ricostruzione dei teatri La Fenice di Venezia e Petruzzelli di Bari, al vincolo del Porto vecchio di Trieste, alla creazione dei poli museali, e altre imprese che aprirono la politica del centrodestra a una componente importante e decisiva per il buon governo dell'Italia. Ora questa componente fa parte integrante del programma.

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