A Grosseto è ripreso il processo per il naufragio della nave Costa Concordia, avvenuto il 13 gennaio 2012, che costò la vita a 38 persone. Tra i testimoni anche Domnica Cemortan, la moldava che era sul ponte di comando al fianco del capitano, Francesco Schettino, e il capo della Capitaneria di porto di Livorno, Gregorio De Falco. Nel cinema teatro Moderno della città toscana, adibito ad aula di tribunale, l’ex comandante Schettino, unico imputato, affronta il dibattimento che lo vede imputato per omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime, abbandono di incapace a bordo e mancate comunicazioni alle autorità. Gli altri cinque indagati, che hanno chiesto il patteggiamento, saranno in aula il 20 luglio prossimo.
Nella fase preliminare la Procura di Grosseto aveva già respinto una richiesta di due anni e dieci mesi di patteggiamento per Schettino. Il collegio di difesa del capitano ha reiterato la richiesta di patteggiamento a tre anni e cinque mesi di reclusione per l’ex comandante della Concordia. La Procura si è opposta all’istanza, considerando la pena "non proporzionata ai reati contestati", così come aveva fatto nel corso dell’udienza preliminare. Il collegio ha deciso di proseguire il dibattimento, ma l’istanza resta valida fino al momento della sentenza.
In una pausa del processo il procuratore Francesco Verusio ha detto: "Alla Procura di Grosseto, considerato il lavoro che abbiamo svolto e l’impianto delle accuse, siamo abbastanza ottimisti che il processo si concluda in tempi rapidi, entro la prima parte del 2014. Quanto alle responsabilità di Schettino, non ci sono dubbi. L’unica cosa sarà vedere come verrà quantificata la condanna".
"È strano che la mia nave, la Costa Concordia, sia ancora lì, ma non saprei...". Così, in una pausa del processo a Grosseto, Schettino ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano cosa ne pensasse dei tempi e delle modalità di rimozione del relitto davanti alla costa del Giglio. "Sì, la Concordia era la mia nave", ha detto ancora il capitano, senza però esprimersi ulteriormente sulla questione della rimozione. A chi chiedeva se fosse tornato al Giglio, Schettino non ha risposto e si è allontanato
"Sono sorpresa che ci sia un solo imputato", ha detto ai giornalisti Domnica Cemortan. "Era alla guida di una nave, non di un’automobile", ha aggiunto la moldava. "Spero che emerga tutta la verità, soprattutto per le persone che hanno perso la vita". La donna è un fiume in piena: "Non ho mai detto di amare Schettino, non l’ho mai detto perché non è vero". Poi spiega ai cronisti di aver presentato numerose querele contro giornali italiani e non solo. E prova a ristabilire la verità: "La storia d’amore con Schettino è inesistente e la mia vita privata è rovinata tanto che ora sono senza lavoro".
"La sera del
naufragio all’Isola del Giglio - racconta la Cemortan al Tg2 - aiutai il comandante Schettino a portare delle borse. Erano momenti di confusione e ci si aiutava tutti. Non so cosa contenessero quelle borse ma lo aiutai".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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