Bolletta da capogiro, chiude la catena di alberghi: quanto devono pagare

Sono circa 300 i dipendenti che resteranno a casa. Gli hotel non prendono più nuove prenotazioni

Bolletta da capogiro, chiude la catena di alberghi: quanto devono pagare

A causa dei costi ormai insostenibili, in Salento sta chiudendo in questi giorni una nota catena di alberghi. Sono circa 300 i dipendenti che resteranno a casa. Per "gli spropositati e insostenibili costi che hanno eroso totalmente i margini di profitto" chiudono le cinque strutture alberghiere del Caroli hotel del Salento. Tre hotel si trovano a Gallipoli e due a Santa Maria di Leuca. Infatti, da ieri gli hotel non stanno più accettando nuove prenotazioni ma stanno solo limitandosi ad accogliere i turisti ai quali è già stato confermato il booking. Questo perché le bollette dell'energia elettrica relative allo scorso mese di agosto hanno raggiunto un importo complessivo di circa 500mila euro.

I costi alle stelle

Attilio Caputo direttore generale delle strutture alberghiere salentine operative dal 1966, ha dichiarato che "gli spropositati ed insostenibili costi, che hanno eroso totalmente i margini di profitto, rendono impossibile garantire il prosieguo dell'attività pur ricorrendo alle opportunità offerte dal sistema creditizio ed all'implementazione di impianti fotovoltaici, la cui installazione non è stata ancora autorizzata". Caputo ha inoltre spiegato di aver già provveduto a comunicare l'imminente chiusura alla Prefettura di Lecce. Il direttore si è detto rammaricato del disservizio che in questo modo verrà creato agli ospiti, ai partner e ai fornitori. In ultimo, Caputo ha rivolto ancora una volta i suoi ringraziamenti ai collaboratori della catena alberghiera “che saranno, ahimè, i primi ad essere penalizzati dalla situazione determinatasi, ci auguriamo che un ritorno alla normalità possa far ricreare le condizioni per una riapertura".

Servono interventi incisivi

Giancarlo De Venuto, presidente della sezione di Lecce di AssoHotel, che condivide le stesse preoccupazioni, ha lanciato un appello, invocando "politiche incisive non metodi palliativi per evitare che altre imprese alberghiere gettino la spugna. Bisogna reagire immediatamente, calmierare i prezzi in maniera sensibile, per evitare il rischio di avere i turisti ma non avere le imprese dove accoglierli". Oltre ai ristoratori ci sono quindi anche gli albergatori disperati per le bollette di luce e gas triplicate. Sono molti gli artigiani che adesso non riescono più a permettersi di pagare le utenze e che rischiamo quindi di dover chiudere i battenti in breve tempo. Clara Ogliari, ristoratrice di Crema e responsabile in Lombardia di Tni Italia, aveva chiesto interventi urgenti per ridurre le bollette triplicate.

Il titolare di una pizzeria ad agosto aveva affisso sulla vetrina del suo locale la bolletta dell’energia elettrica, relativa solo al

mese di luglio, pari a oltre 4mila euro. Accanto c'era anche un cartello: “Quando le spese diventano insostenibili, mettere una pizza a10 euro e passare da ladro o chiudere l’attività?”. La sua era una provocazione.

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