Individuare subito i casi di Covid così da bloccare la diffusione del virus che tanti guai ha causato fin dalla sua comparsa. Una necessità, questa, che ora diviene fondamentale in considerazione della riapertura delle scuole e della sempre più vicina fase di ripartenza dopo le chiusure dettate dalle norme anti-contagio. Un lavoro certamente non facile. Eppure potremmo essere vicini ad una svolta. Dalla Lombardia, infatti, arriva oggi la notizia di un importante passo in avanti in tema di controlli anti-Covid. Da maggio in tutto il territorio regionale verranno utilizzati in ambito scolastico i test salivari molecolari, frutto di una sperimentazione attuata dall'Università degli Studi di Milano.
È stato il governatore Attilio Fontana ad annunciare quella che si prospetta essere una vera e propria rivoluzione in fatto di screening contro il coronavirus. Una novità poi confermata dal preside della facoltà di Medicina dell'Università Statale di Milano, Gian Vincenzo Zuccotti, in un'intervista esclusiva a "Lombardia Notizie Online".
Quest’ultimo, che ha guidato il team di scienziati che ha sviluppato il test, ha spiegato che la nuova arma contro il nemico invisibile è una sorta di lecca-lecca che si tiene in bocca solo un minuto e ha un'attendibilità che può arrivare fino al 98%. "Il test è molto semplice, si effettua in un minuto e viene processato nei laboratori usando gli stessi reagenti e macchinari dei test molecolari classici", ha spiegato Zuccotti che ha poi sottolineato come questo test sia "mini-invasivo" tanto che sembra in tutto e per tutto un lecca-lecca da tenere in bocca per 60 secondi. In questo modo la Regione punta a terminare in sicurezza l'anno scolastico in corso e a ripartire a settembre con un piano più strutturato.
I test effettuati negli scorsi mesi sono stati estremamente incoraggianti. "Fra ottobre e dicembre – ha affermato Zuccotti - abbiamo avviato la sperimentazione su 1.628 studenti di Bollate, comune dove si erano verificati focolai caratterizzati dalla variante inglese. Abbiamo verificato la validità di questi test e, finalmente, il ministro Speranza ha dato il 'via libera'" . Secondo il professore il 'lollipop, questo il nome rassicurante del test salivare, sarà una vera e propria "rivoluzione" in vista della ripresa di settembre, anche perché "consentirà di concentrare gli sforzi dei sanitari proprio sui ragazzi, cioè coloro che, dal momento che non potranno essere sottoposti a vaccinazione visto che non esistono sieri specifici, potranno continuare a essere vettori del contagio".
Il tampone salivare, ha ancora osservato Zuccotti,"è sicuramente uno strumento in più che, come abbiamo avuto modo di verificare nell'esperienza modello a Bollate", nel Milanese, "è accettato dalle famiglie: più del 90% ha dato disponibilità che il test salivare venisse proposto ai loro figli. Il dato dei positivi rilevati è stato confermato dal tampone nasofaringeo. E adesso non ce n'è neanche più bisogno, perché il test è ufficialmente riconosciuto. Tutto ciò non farà che aumentare l'aderenza da parte delle famiglie. E si potrà pensare, ma lo deciderà la direzione generale Welfare lombarda, di riproporlo più volte in un mese".
Zuccotti si è detto fiducioso anche verso la riapertura della scuola: "Abbiamo già visto che le scuole non sono un amplificatore dell'infezione. Il nostro studio", basato su uno screening sui bambini di un gruppo di scuole lombarde, "condotto a settembre scorso e poi a dicembre ci ha fatto vedere che non c'erano differenze nei dati dei sieroconvertiti fra i bimbi in Dad e quelli in aula in presenza". "Questo perché la scuola – ha concluso il professore - non è un amplificatore, appunto, ma riflette ciò che avviene in comunità e nella vita di tutti i giorni".
Come ha illustrato all'Adnkronos Salute Elisa Borghi, una delle ricercatrici che ha sviluppato il tampone salivare, tale strumento risulta essere ideale per gli screening non solo nelle scuole ma anche in comunità fragili come le Rsa o anche in ambienti lavorativi "dove magari è necessario ripetere più volte l'esame". La Borghi ha, inoltre, spiegato che per eseguirlo "non è necessario l'operatore sanitario" e che il test è un esame "affidabile soprattutto negli asintomatici e presintomatici. È importabile anche in contesti diversi. Abbiamo aspettato tanto per vederlo sul campo. Una prima nota la Lombardia l'ha inviata il 12 gennaio. Oggi la sorpresa". "Siamo contenti per la scelta della Regione, che ci ha sempre supportato e ha attivato diversi interlocutori per arrivare a questo risultato", ha continuato la Borghi che ha ricordato che il tampone salivare è uno strumento aggiuntivo che non vuole sostituire quello nasofaringeo, "esame che in ambito ospedaliero e per i pazienti sintomatici rimane il test di riferimento. Ma in alcune situazioni potrebbe aiutare, soprattutto nel monitorare i contatti stretti, ed essere su questo fronte più efficace e in grado di anticipare le diagnosi. In un contesto di riaperture starebbe bene".
La Borghi si è augurata che la partenza in Lombardia con i tamponi salivari per le scuole possa fungere da apripista per l'approvazione a livello nazionale.
"Questo test- ha concluso- era già in uso in altri Paesi, a cominciare dal Giappone e dagli Stati Uniti, dove la Fda ha dato il suo ok ad agosto 2020. In Europa lo fanno in Francia e ha cominciato anche la Galizia".
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