Quelle varianti che arrivano dall'Africa: "Vaccinare loro per salvare noi"

Sequenziata in alcuni Paesi europei, la variante del Camerun è più contagiosa ma meno pericolosa sui vaccini. "Dobbiamo vaccinare anche l'Africa altrimenti il virus continuerà a circolare"

Quelle varianti che arrivano dall'Africa: "Vaccinare loro per salvare noi"

Dopo le tanti varianti del Covid-19 fin qui sequenziate, ecco la seconda che viene direttamente dall'Africa: dopo quella nigeriana è stata sequenziata anche la variante del Camerun, già diffusa in alcuni Paesi Europei (anche se con basse percentuali) ma non in Italia.

Ecco com'è arrivata B.1620

Individuata in Lituania, Francia, Germania, Spagna e Belgio e Repubblica Centrafricana, B.1620 (questa la sigla di riconoscimento) ha mutazioni comuni alle varianti classificate fra quelle da valutare con attenzione (Voc). La segnalazione è arrivata dalla ricerca condotta da una decina di centri di europei guidati dall’Università lituana di Vilnius e online sul sito arXiv, che pubblica studi non ancora validati dalla comunità scientifica. "B.1620 è il nome del lignaggio ma non capisco perché si chiama variante del Camerun, sembra che provenga dall'Africa Centrale. È una variante che si muove molto: in Europa è apparsa a fine febbraio e adesso circola in parecchi stati europei", afferma a ilGiornale.it Massimo Ciccozzi, Responsabile di epidemiologia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e tra i massimi esperti in Italia di varianti e sequenziamenti. Il Prof. ci ha spiegato che l'Europa ha visto diverse introduzioni di questa variante, non è arrivato un solo ceppo che poi si è diffuso, tutt'altro. "Diversi ceppi dall'Africa Centrale, dal Camerun e dal Mali sono arrivati in Europa per vie indipendenti l'uno dall'altro a causa di viaggi come accaduto in Repubblica Ceca per un viaggio di rientro proprio dal Mali, il virus si muove con le persone. Quindi, dal punto di vista filogeografico, si può fare poco perché in quei Paesi non ci sono laboratori attrezzati per sequenziare il virus".

Perché la variante del Camerun non fa paura

Quali sono le caratteristiche di questa variante del Camerun? "Fa molte mutazioni però sono tutte da conoscere e da capire - specifica Ciccozzi - quella importante è la solita 484K, cioè comune anche alla variante sudafricana e brasiliana, che ha vicino la S477N. Probabilmente si crea una sorte di ponte che permette di agganciare meglio i ricettori. Questo significa che è un po' più contagiosa ma ha perso la 501Y", che è quella comune a variante sudafricana e brasiliana che tanto preoccupa sia per l'enorme contagiosità ma anche perché rende meno efficaci i vaccini. Il fatto che non ci sia la variazione 501Y cosa significa? "Significa che dovrebbe essere meno contagiosa ma l'unione delle altre due la rende un pochino più stabile. Perde da un lato ma acquista da un altro". Quindi, se da un lato è più contagiosa ma come del resto lo è la variante inglese che domina in Italia e nel mondo a causa del "duetto con la S477N che significa maggiore stabilizzazione", a livello vaccinale "non dovrebbe dare nessun problema così come accade per le altre varianti, tutte ben coperte dai vaccini", sottolinea l'epidemiologo romano.

Cosa sono le "multiple introduction"

Se nel Centro Africa è probabile che il virus circoli a causa dello spostamento di uomini dell'esercito tra nazioni per guerre e conflitti interni, l'ingresso della variante in Europa è dovuto a spostamenti singoli che hanno permesso al virus di diffondersi in parecchie nazioni. "È chiaro che la trasmissione del lignaggio avviene in maniera indipendente in Europa e nel Nord America: nel nostro continente è arrivato più volte come dimostrano i casi della Lituania, Germania, Francia, Belgio ma tutte 'multiple introduction', cioé introduzioni multiple, non è arrivato una volta sola, si è cominciato a spargere quell'unico ceppo in maniera indipendente. Come se si avessero 10 viaggiatori diversi che vanno in 10 Paesi diversi e tutti e 10 infettati con lo stesso virus", ci spiega il Prof. Ciccozzi. La mutazione in S477N non si era mai riscontrata in altre varianti e la risposta sta nelle diverse etnie di cui è composto il mondo. "Ogni variante ha una mutazione diversa dall'altra perché si genera in popolazione diverse perchè subisce pressioni immunologiche diverse. Ogni etnia ha un suo sistema immunitario", specifica l'esperto. Questo perché l'africano è diverso dall'asiatico che è diverso dall'europeo che è diverso dal cinese e così via.

"Vaccinare loro per salvare noi"

Negli Stati Uniti le somministrazioni di vaccino sono già state 277 milioni, nel Regno Unito 57,8 milioni, in Italia siamo sopra i 29 milioni. In tutta l'Africa, che conta 1,2 miliardi di abitanti, le iniezioni anti Covid sono state soltanto 25,8 milioni, meno di quelle del nostro Paese e stiamo parlando in un intero continente. Però, lasciare che il Covid-19 circoli senza freni in un continente come l'Africa può essere molto pericoloso. "Da tempo dico che bisogna proteggere anche i paesi meno ricchi. Non ci sono solo motivazioni etiche, ma anche epidemiologiche. Sono in fondo le stesse che ci fanno dire che sarà importante vaccinare anche i bambini. Se tu non proteggi tutti, allo stesso modo, lasci delle sacche di endemia e il virus può continuare a circolare. Se il virus circola, si replica e può fare delle possibili mutazioni, commettendo degli errori. Il più delle volte queste mutazioni non hanno un significato importante, ma in alcuni casi possono portare a delle varianti. Ne abbiamo già avute, come è noto, e per fortuna la risposta dei vaccini appare buona. Ma se il virus continuerà a circolare per anni, in continenti grandi come l'Africa, c'è il rischio che si arrivi a una variante che possa eludere il vaccino", ha affermato al Messaggero il Prof. Roberto Cauda, direttore dell'Unità operativa di Malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma.

Sulla stessa lunghezza d'onda il Prof. Ciccozzi, che non ha dubbi su quale dovrà essere la strada da intraprendere per eliminare definitivamente il virus dalla circolazione. "Da questa storia, visto che sono state introduzioni multiple dello stesso lignaggio ma da persone diverse, ci induce a pensare che noi non dobbiamo vaccinare soltanto l'Europa ma dobbiamo dare modo di vaccinare l'Africa e di vaccinare l'Asia. Dobbiamo parlare di altruismo condizionato al fatto che, se vacciniamo loro, salviamo anche noi". Si, perché un virus che circola senza dare segnali è ancora più pericoloso in termini di possibili mutazioni. "Mi auguro che tutto ciò possa portare a un effettivo impegno da parte di tutte le nazioni, che si potrebbe concretizzare in una pausa della proprietà industriale per avere molti più vaccini", aggiunge Cauda al Messaggero.

I vaccini del futuro ed un "messaggio" per i giovani

Se si riuscirà a scoprire al meglio il ruolo delle cellule T, quelle di lunga memoria, si potranno fare vaccini ad hoc anche contro le varianti che siano sempre più efficaci. "Nel momento in cui capiamo veramente il ruolo di queste cellule, le più importanti, e riusciamo a capire cosa succede quando incontrano il virus, si farà un vaccino che risolverà i nostri problemi. E poi, avremo risolto i nostri problemi quando avremo un vaccino efficace dai sei mesi di vita fino ai 99 anni, in quel modo avremo sconfitto totalmente il virus che potrebbe anche scomparire", afferma Ciccozzi. Fino a quel momento, però, dovremo vaccinarci tutti gli anni un po' come avviene per l'influenza.

"Questo è importante che lo capiscano anche i giovani perché dovranno vaccinarsi, saranno loro una delle armi più importanti perché hanno una maggiore socialità, sono quelli che viaggiano molto di più delle persone anziane e, una volta vaccinati, saremo tutti molto più tranquilli. Il virus diventerà talmente attenuato che basterà un richiamo l'anno per stare bene senza mascherine e senza problemi. Se i giovani si vaccinano torneremo presto alla vita normale", conclude l'epidemiologo.

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