"La cravatta? Porta germi e infezioni". Il nuovo consiglio dei virologi

La cravatta come vettore di germi e batteri da evitare in pandemia: questo è il suggerimento di Fabrizio Pregliasco a Un giorno da pecora

"La cravatta? Porta germi e infezioni". Il nuovo consiglio dei virologi

Negli ultimi due anni di pandemia, molti medici e professori si sono spesso espressi sui migliori consigli per contrastare la pandemia ed evitare il contagio. Impossibile elencare tutte le soluzioni, spesso stranezze, che sono state suggerite a partire dal 2020 e anche ora che la pandemia sembra essere arrivata ai titoli di coda, anche se si temono recrudescenze nel prossimo futuro, i medici continuano a suggerire stratagemmi utili per schivare il contagio da Covid-19. L'ultimi a suggerire un comportamento adeguato o, comunque, di buon senso per limitare il rischio è stato il professore Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università Statale di Milano, ospite oggi della trasmissione di Rai Radio1 Un giorno da Pecora.

"La cravatta? Oggi non la porto e c'è un motivo: la cravatta raccoglie germi ed è vettore di possibili infezioni, in luoghi come gli ospedali in questo periodo non andrebbe usata. E poi la cravatta appartiene ad uno stile vecchio, ormai superato", ha detto il professore. Al di là del consiglio di stile sul quale in molti potrebbero obiettare, sulla questione igienica finora nessuno aveva mai posto l'accento. Trovandosi appena sotto il mento, sulla gola, e non dovendo essere lavata dopo ogni utilizzo, la cravatta potrebbe effettivamente essere un possibile vettore ma al pari di molti altri accessori e indumenti.

L'intervento di Fabrizio Pregliasco, però, non si è limitato a questo consiglio, che ha fatto sorridere molti. Infatti, il virologo si è detto scettico sulla possibilità di abbandonare le mascherine al chiuso dal prossimo 1 maggio. "Le mascherine vanno usate quando serve, come gli occhiali da sole. Toglierle dal primo maggio è una scelta impegnativa", ha fatto notare Pregliasco, secondo il quale il coronavirus non scomparirà a breve: "Non finirà, continueranno queste ondulazioni sempre più lievi. Probabilmente diventerà come un'influenza già dal prossimo inverno".

Intanto, per fare una previsione su un totale allentamento coscienze e con minor rischio possibile delle misure di contenimento, il medico suggerisce di aspettare ancora qualche settimana: "Vedremo gli effetti della Pasqua per capire la situazione epidemiologica. A me queste festività un po' preoccupano, c'è un eccessivo senso del liberi tutti".

Intanto, in queste settimane si sono sviluppate due nuove varianti, ancora più contagiose rispetto alle precedenti: "Le ultime due varianti si chiamano Xe e Je, se un soggetto subisce due infezioni contemporanee escono queste varianti, che sono più contagiose della varicella e del morbillo".

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