Il Rapporto Osservasalute 2015, presentato oggi a Roma al Policlinico Universitario Agostino Gemelli, evidenzia che in Italia è aumentato sia il consumo di antidepressivi che il numero dei suicidi. I consumi di antidepressivi nel 2014, si legge nel documento, sono stati pari a 39,30 dosi definite giornaliere-DDD/1.000 ab die. Dopo l’aumento costante registrato nel decennio 2001-2011, il volume prescrittivo sembrava aver raggiunto nel 2012 una fase di stabilità (38,50 DDD/1.000 ab die nel 2011; 38,60 DDD/1.000 ab die nel 2012), mentre nel biennio successivo si è registrato un nuovo incremento (39,10 DDD/1.000 ab die nel 2013; 39,30 DDD/1.000 ab die nel 2014).
Ma da cosa può essere dovuto questo aumento? A diversi fattori tra i quali, ad esempio, l’arricchimento della classe farmacologica di nuovi principi attivi utilizzati anche per il controllo di disturbi psichiatrici non strettamente depressivi (come i disturbi di ansia), la riduzione della stigmatizzazione delle problematiche depressive e l’aumento dell’attenzione del medico di Medicina Generale nei confronti della patologia. Insomma, c'è meno imbarazzo a parlare dei problemi psicologici e a chiedere di farsi curare. I consumi più alti nel 2014 si sono avuti in Toscana (59,50), nella Provincia autonoma di Bolzano (53,30), in Liguria (51,30), in Emilia-Romagna (49,40) e in Umbria (49,40). Consumi più bassi in Basilicata (30,30), Campania (30,50), Puglia (31,20) e Sicilia (31,20). Il Lazio (da 35,80 a 34,80) e l’Umbria (da 50,20 a 49,40) sono le due regioni che hanno registrato il maggiore calo dei consumi nell’ultimo anno.
Per quanto riguarda invece i suicidi, si legge nel documento, resta un dramma maschile che si consuma soprattutto in età avanzata. Nel biennio 2011-2012, il tasso annuo di mortalità per suicidio è stato pari a 7,99 per 100.000 residenti di 15 anni e oltre. Si è riscontrato un leggero aumento rispetto agli anni precedenti: infatti nel biennio 2010-2011 il tasso medio annuo di mortalità per suicidio è stato pari a 7,32 per 100.000 residenti di 15 anni e oltre. Nel biennio 2008-2009, il tasso medio annuo di mortalità per suicidio era pari a 7,23 per 100.000 residenti. Nel biennio successivo, 2009-2010, era 7,21. Nel 78,4% dei casi il suicida è un uomo. Il tasso di mortalità è pari a 13,61 (per 100.000) per gli uomini e a 3,25 (per 100.000) per le donne. Per entrambi i generi la mortalità per suicidio cresce all’aumentare dell’età.
Per gli uomini vi è un aumento esponenziale dopo i 65 anni di età e il tasso raggiunge il suo massimo nelle classi di età più anziane. Per le donne, invece, la mortalità per suicidio raggiunge il suo massimo nella classe di età 70-74 anni, dopo di che tende a ridursi lievemente nelle classi di età più anziane.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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