"Il Cts ormai non serve più". Ora lo ammette anche Miozzo

L’ex coordinatore del Comitato tecnico scientifico ha spiegato i motivi del suo abbandono, ritenendo ormai superata la struttura che è stata al fianco del Governo nella lotta contro la pandemia da Covid-19

L'ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo
L'ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo

“Credo che in due mesi al massimo il Comitato tecnico scientifico possa sciogliersi, meritando l’applauso della nazione, poiché ha salvato il Paese. Oggi, però, ha esaurito il suo motivo di esistere”. L’ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo, in una intervista a la Repubblica, ha spiegato i motivi del suo abbandono, ritenendo ormai superata la struttura che è stata al fianco del Governo nella lotta contro la pandemia da Covid-19. “Non serve più – ha evidenziato – poiché in tredici mesi le cose sono radicalmente cambiate. Il Cts ha dovuto supplire ad alcune carenze, e lo ha fatto nel migliore dei modi, ma adesso non c’è più bisogno”. Miozzo ritiene che attualmente c’è un coordinamento generale più solido, in particolare con la nomina a commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus del generale Francesco Paolo Figliuolo.

“Ha un mandato pieno dal Governo – ha dichiarato l’ex coordinatore del Cts – è tornata con forza in campo, come chiedevo da settimane la Protezione civile, le cabine di regia funzionano, le Regioni non sono più meteoriti che sfiorano la terra e a volte ci si abbattono”. Miozzo non dimentica i passi avanti fatti in questi mesi dalle strutture scientifiche, in particolare dall’Istituto superiore di sanità, dal Consiglio superiore di sanità, dall’ospedale Spallanzani e dal Bambino Gesù. “I Brusaferro e i Locatelli – ha specificato – servono ancora, eccome”. Con loro continuerà ad esserci la massima collaborazione. “Ho già fatto sapere a tutti – ha continuato Miozzo – che non si libereranno di me. In queste settimane sono entrato in rapporto con il ministro Patrizio Bianchi e il ministero dell'Istruzione. Credo che lavorerò con loro, una nuova consulenza”.

L’obiettivo è creare un ufficio emergenze oggi inesistente ma, soprattutto, mettere ordine nei dati. “Il ministro – ha rivelato l’ex coordinatore del Cts – non ha numeri e cifre e questa è una lacuna da colmare. Non sa quanti docenti sta vaccinando, non conosce i contagi interni agli istituti scolastici. All'ultimo questionario inviato, ha risposto il dieci per cento dei dirigenti scolastici. Domande impossibili, da trattato epidemiologico”.

Quindi c’è molto da fare e tutto ciò non prescinderà dai rapporti con le altre istituzioni e con le strutture impegnate nella battaglia contro la pandemia. Quello di Miozzo, quindi, non è un addio, ma un cambio di ruolo che, assolutamente, non prevede un suo disimpegno.

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