Domani a Firenze inizierà il processo d’Appello sul naufragio della Costa Concordia che in qualche modo vide protagonista il capitano di fregata Gregorio De Falco. Adesso l'uomo che quella notte intimò a Schettino di tornare a bordo della nave per coordinare le operazioni di salvatggio, in un'intervista al Giorno rivela alcuni particolari e parla di strane analogie tra il naufragio della nave da crociera e quello della Moby Prince. "Potrei interrogarmi e interrogare su un’analogia inquietante, almeno sul piano etico: quello dei due più grandi sinistri marittimi degli ultimi decenni in Italia, la tragedia del Moby Prince e quella della Costa Concordia", afferma De Falco.
"Ci sono, a mio parere, alcuni punti di contatto: argomenti ‘sensibili’ sui quali ovviamente non posso entrare con lei per dovere professionale, figure che si ripetono. Sono riflessioni che ho sviluppato e che mi porto dentro e che coinvolgono anche i giudizi fino a oggi emersi". E ancora: "Sono riflessioni personali, anche se suffragate da molti elementi. Sul Moby Prince, alla fine, le principali responsabilità sono ricadute sulla Capitaneria, ma a mio parere non doveva essere tutto e solo così".
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