Il trionfo del M5S al Sud è incontrovertibile. A Napoli, dove ha superato il 50% dei voti, lo è stato (forse) ancor di più. Il sindaco Luigi De Magistris, all’indomani della schiusa delle urne, ha aperto ai pentastellati ipotizzando un’intesa e, comunque, l’avvio di un dialogo. La porta, almeno per il momento, gliela ha chiusa Roberto Fico.
L’ex pm, nelle ore immediatemente successive al voto, commentando il voto ai microfoni di Radio Rai ha detto: “Credo ci siano molte condizioni per dialogare con un movimento che si pone come di rottura al sistema. Se il M5S supera la sindrome dell’assoluta autosufficienza e comincia a guardare ad alcune forti esperienze territoriali di governo e di rivoluzione, si andasse a votare anche tra un anno, si arriverebbe al 40%”.
Alle dichiarazioni di De Magistris replica, con estrema cautela, il pentastellato Roberto Fico che in un’intervista a Repubblica spiega a chiare lettere che: “In questo momento, per me, De Magistris è solo il sindaco di Napoli, non altro. Spero, nell’interesse della città e dei napoletani, che faccia il suo lavoro al meglio delle sue possibilità”. E aggiunge: “Il governo 5 Stelle è amico dei cittadini italiani, non di questo e quel sindaco. Per noi esistono solo buone pratiche amministrative e istituzionali.
Se De Magistris presenterà buoni progetti e delibere in consiglio comunale, il Movimento li appoggerà ma sarà pronto a contestarlo se dovesse proporre iniziative che non ci convincono”.In pratica, il M5S non si schioda dall’opposizione – per quanto costruttiva – in Comune, pensa ad andare al governo e, almeno per il momento, non apre alla “rivoluzione arancione” dell’ex pm.
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