De Magistris si fa il suo partito personale

L'associazione "demA" punta alle elezioni e a scalzare De Luca nel 2020, ma il sindaco mette le mani avanti: "Non lo farò in prima persona"

De Magistris rompe gli indugi e si fa il suo partito personale. Con un obiettivo dichiarato: scalzare Vincenzo De Luca dalla Regione Campania. Porte chiuse, almeno per ora, a una federazione a sinistra del Pd.

L’associazione “demA”, acronimo che oltre a ricordare il nome del sindaco di Napoli a cui si richiama sta per "democrazia e autonomia", ha iniziato a calamitare amministratori locali e politici in tutta la Campania. L’obiettivo è quello di esportare il modello Napoli, dove la creatura di stretta osservanza conta il maggior numero di consiglieri in consiglio comunale. Nata come associazione, s’è dotata ieri di un nuovo statuto e di organismi provvisori fino a giugno quando sarà celebrata la fase congressuale. Al momento, in lizza per la guida di “demA” c’è il braccio destro del primo cittadino partenopeo, il fratello del magistrato Claudio De Magistris.

“Sarà un partito del tutto diverso da quelli del Novecento e diverso anche dai Cinque Stelle”, dice, come riporta Repubblica, il sindaco. Che però ha già bene in mente chi sarà il suo antagonista. E cioè l’arcirivale Vincenzo De Luca con il quale mai e poi mai si sono “presi”.

“Lanceremo la sfida a De Luca nel 2020 – tuona – ma non in prima persona perché sarò sindaco di Napoli fino alla fine del mandato, nel 2021. Una cosa è certa, alle prossime regionali non saremo dei semplici cittadini che vanno a votare”.

Intanto De Luca continua a disinteressarsi, almeno ufficialmente, delle beghe interne del Pd. Ha smentito ogni coinvolgimento in un “asse del Sud” che ha bollato come “puro godimento di pizza, arancini e cime di rape” lanciando il provocatorio hashtag “#BorboniForever. L’ostentazione di una lontananza dalle battaglie romane non è inconsueta per il governatore della Campania.

Già nel 2012, all’epoca delle primarie che videro opporsi Bersani a Renzi, si dichiarò egualmente distanti da tutti bollando il primo come rappresentante della “palude burocratica” e spernacchiando il secondo come rappresentante di un giovanilismo superficiale, alla “Zecchino d’Oro”.

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