È stato condannato a 26 anni di reclusione Daniele De Santis, l'ultrà della Roma accusato della morte di Ciro Esposito avvenuta nel 2014 a Roma. Inoltre dovrà pagare 140mila euro come risarcimento ai genitori e ai due fratelli di Esposito.
Il giovane tifoso del Napoli venne ferito gravemente con un colpo di pistola il 3 maggio di due anni fa, poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli e morì dopo un'agonia durata 53 giorni. Poche ore prima della partita era scoppiata una rissa in cui erano stati esplosi anche alcuni colpi di pistola. Dopo la sparatoria resta a terra Ciro Esposito, sostenitore partenopeo di 31 anni, le cui condizioni appaiono subito gravissime. A sparare è stato Daniele De Santis, detto "Gastone", 48 anni, ex ultrà giallorosso che a sua volta finisce per essere vittima di un pestaggio. Scoppiano scontri, ma si decide di giocare comunque dopo una "trattativa" all'interno dello stadio con i tifosi del Napoli guidati da Genny 'a Carogna, che indossa la t-shirt "Speziale libero".
"Oggi siamo qui perché vogliamo giustizia, Ciro è sempre con noi", aveva detto prima della sentenza Antonella Leardi, mamma di Esposito. Accompagnata dal marito e da altri parenti la donna, che è stata presente a tutte le udienze del processo, ha aggiunto: "Siamo qui per un dovere verso Ciro. Il suo sogno era andare a vivere in Inghilterra con la fidanzata. Avrebbe compiuto 31 anni se non me lo avessero portato via". "La pena inflitta è congrua e giusta", ha poi detto la donna quando è stata letta la sentenza, "Per De Santis non provo odio perchè l'ho perdonato". "Devi marcire per quello che hai fatto", ha invece urlato qualcuno dal pubblico.
Condannati oggi a 8 mesi di reclusione anche due tifosi del Napoli amici di Ciro, Gennario Fioretti e Alfonso Esposito, riconosciuti colpevoli dei reati di rissa aggravata e delle sole lezioni al volto riportate da De Santis.
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