Delitto Scazzi, per Sabrina e Cosima i pm chiedono la conferma dell'ergastolo

Ripreso il processo d'appello. Per i pm la 15enne è stata uccisa in uno scatto d'impeto e per gelosia

Delitto Scazzi, per Sabrina e Cosima i pm chiedono la conferma dell'ergastolo

Cosima Serrano e la figlia Sabrina Misseri devono restare in carcere a vita per aver ucciso Sarah Scazzi ad Avetrana (Taranto) il 26 agosto del 2010. È la richiesta della procura, che - nel processo d'appello - ribadisce la propria convizione che siano proprio le due donne, zia e cugina della vittima, ad aver strangolato la ragazzina, allora 15enne, mentre lo zio Michele avrebbe solo trasportato e nascosto in un pozzo cisterna il cadavere.

E questo nonostante Misseri continui a ripetere di essere stato lui a uccidere la nipote. "Una la tratteneva, l'altra la strangolava", dicono oggi i pm nella requisitoria, sostenendo che alla base del delitto ci sia comunque la gelosia che Sabrina nutriva verso la cugina. "Non è stato un delitto premeditato. È stata un'esplosione di rabbia e di gelosia di Sabrina nei confronti di Sarah, di rabbia anche da parte di Cosima, che ha rapporti astiosi con la sorella Concetta", ha detto il sostituto procuratore generale Antonella Montanaro, "Al momento dell’omicidio Michele Misseri è in garage, tant’è che non sa come è stata uccisa Sarah, non conosce le modalità, non sa qual è l’arma, sbaglia quando gli viene chiesto di spiegarlo dagli investigatori". E ancora: "Sabrina era ossessionata da Ivano, come dimostrano i 4.500 sms scambiati tra i due da gennaio ad agosto 2010. Sabrina era anche frustrata dal suo aspetto fisico rispetto a quello di Sarah. Ma nel diario di Sarah l’unica cosa che le piaceva era il suo aspetto fisico, esattamente il contrario di quello che diceva Sabrina, che sosteneva che Sarah non si piaceva perché era troppo magra".

Piange però Sabrina Misseri "Non l’ho uccisa io", ha detto in lacrime durante alcune dichiarazioni spontanee, "Sono

molto addolorata che si pensi che abbia ucciso Sarah. Non l’ho uccisa, so io quanto sono addolorata". In aula non c'era invece la madre Cosima Serrano. La sentenza di secondo grado dovrebbe arrivare agli inizi di luglio.

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