Dell'Utri: "Non ce la faccio più". Pg : no alla scarcerazione. Attesa per la decisione

Per il procuratore generale di Roma "le condizioni di Dell'Utri sono compatibili con il carcere". Il Tribunale di Sorveglianza si riserva sulla decisione

Dell'Utri: "Non ce la faccio più". Pg : no alla scarcerazione. Attesa per la decisione

Non era in aula Marcello Dell'Utri. Ha seguito l’udienza che lo riguarda, al tribunale di sorveglianza, collegato in videoconferenza. E non ha detto nulla. Negli ultimi giorni, però, ha parlato coi suoi difensori, che sono andati a trovarlo a Rebibbia: "Non ce la faccio più, mi sento provato... Sono stanco". Lo hanno riferito oggi gli avvocati Alessandro de Federicis e Simona Filippi: "La sua detenzione in carcere è molto faticosa, perché Dell’Utri da oltre 4 anni passa da un reparto all’altro, senza alcuna socialità. Non vorremmo che un provvedimento negativo del tribunale che ritenesse compatibili le sue condizioni di salute con il regime carcerario avesse ripercussioni psicologiche gravi sul detenuto".

La decisione del tribunale di sorveglianza sulla richiesta di scarcerazione è attesa nei prossimi giorni. L'ex senatore sta scontando una condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Nell'udienza i periti del tribunale si sono pronunciati per la compatibilità delle sue condizioni di salute con il regime carcerario, mentre parere contrario è stato dato dai medici consulenti della procura generale. Parere contrario alla scarcerazione anche dal sostituto procuratore generale Pietro Giordano.

"Speriamo che il tribunale non perda di vista il problema - sottolineano gli avvocati di Dell'Utri - e cioè che un uomo di 76 anni, da diverso tempo, sta espiando la sua pena girando per vari reparti ospedalieri per evidenti problemi di natura oncologica e cardiocircolatoria. La detenzione domiciliare o ospedaliera, come hanno valutato i nostri consulenti, è una soluzione più che ragionevole, oltre che umana".

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