Un nuovo campanello d'allarme sul Covid-19 arriva dall'isola di Cipro: sarebbe stato identificato un nuovo ceppo del virus che unisce la variante Delta e Omicron.
Nasce "Deltacron"
Dell'incrocio tra le due varianti, ribattezzato Deltacron, ne ha parlato il quotidiano Bloomberg riprendendo le parole di Leondios Kostrikis, professore di Scienze biologiche all'Università di Cipro e capo del Laboratorio di biotecnologia e virologia molecolare. "Attualmente ci sono co-infezioni Omicron e Delta e abbiamo scoperto che questo ceppo è una combinazione di queste due varianti", ha affermato Kostrikis in un'intervista a Sigma TV Friday. Il nome Deltacron deriva dall'identificazione "di firme genetiche simili a Omicron e Delta all'interno dei genomi", ha sottolineato.
I primi 25 casi al mondo
Il lavoro dei ricercatori ha portato a identificare 25 casi sull'isola di Cipro: l'analisi ha mostrato che la frequenza relativa all'infezione combinata è maggiore tra i pazienti ricoverati in ospedale rispetto ai pazienti non ospedalizzati. Le sequenze dei 25 casi di Deltacron sono state inviate il 7 gennaio a Gisaid, il database internazionale che traccia i cambiamenti del virus. "Vedremo in futuro se questo ceppo è più patologico o più contagioso o se prevarrà" su Delta e Omicron, ha affermato il ricercatore sottolineando però che questo ceppo potrebbe essere sostituito dalla stessa variante Omicron, la più contagiosa in assoluto tra tutte le mutazioni del Sars-Cov-2 fino ad oggi.
La nuova "sorella" di Omicron
Una notizia arrivata da poche ore è il sequenziamento di BA.1, "sorella" della variante Omicron sequenziata in Danimarca che potrebbe essere già diventata dominante rispetto BA.1 (l'Omicron originale). Come riporta il Corriere, la nazione nord-europea è una delle migliori al mondo sui sequenziamenti. Negli ultimi giorni, però, numerosi casi simil danesi sono stati riscontrati sui genomi rilevati in Sudafrica, Australia e Canada. Cosa cambia? Poca o nulla perché conserva tutto ciò che ha Omicron e qualcosa anche di Delta: è presto per dire se diventerà prevalente e quale sia la sua reale pericolosità.
Ihu, la variante francese
Speravamo che Omicron fosse l'ultima variante del Covid-19 ma probabilmente sarà ancora lunga: appena prima di Deltacron, come ci siamo occupati sul Giornale.it, in Francia è stata sequenziata la variante Ihu, depositata sulla piattaforma Gisaid con il nome B.1.640.2. Presente già dal 9 dicembre, gli esperti dell’Ihu Méditerranée Infection di Marsiglia l’hanno trovata su 12 pazienti di Forcalquier, nel Sud della Francia. Il paziente 0 su cui era stata rilevata la prima volta era appena rientrato da un viaggio in Camerun.
Tutte le varianti fin qui sequenziate
Su The Bmj, rivista medica settimanale sottoposta a revisione paritaria pubblicata dal sindacato British Medical Association, sono pubblicate tutte le varianti principali del Covid-19 con le loro caratteristiche. Quelle dominanti, chiamate anche "varianti di preoccupazione", sono state la variante Alfa, identificata per la prima volta in Regno Unito nel settembre 2020. Pochi mesi prima, nel maggio 2020, in Sudafrica era stata sequenziata Beta, anch'essa considerata "di preoccupazione" dall'Oms. Nel novembre 2020 è stato il turno della variante Gamma, identificata per la prima volta a Manaus, in Brasile, tutt'ora la dominante in Sud America. Poi è stato il turno di Delta, identificata a fine 2020 in India e gran parte dell'Asia e poi diffusasi in Europa e Italia nei primi mesi del 2021.
Le varianti Eta, Iota, Kappa e Lambda non hanno mai raggiunto lo status di varianti di preoccupazione ma soltanto "di interesse", più che altro perché considerate sottovarianti dei ceppi originari e dominanti in quel momento.
Infine è arrivata Omicron, la più contagiosa di tutte che sta tenendo sotto scacco Stati Uniti, Europa e Italia. È ancora presto per dire se Ihu e Deltacron diventeranno dominanti o rimarranno semplici varianti di Omicron senza mai destare maggiori preoccupazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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