La pace, purtroppo, non è una bandiera. È una speranza, un ideale, un punto di arrivo. La pace, però, non è un diritto. Sarebbe bello che lo fosse. Il problema è che questo diritto resta sempre così alto che diventa impossibile portarlo a terra. Come si arriva alla pace? Come la costruisci? La guerra è la più stupida delle follie, solo che gli umani non hanno smesso di farla. L'ideale sarebbe non cominciare, ma nessuno ha mai trovato la formula per disinnescare i conflitti. Non è che non ci hanno provato, con le parole, con la morale, con le leggi, cercando qualcosa che andasse oltre l'umano, ma la pace sfugge sempre. C'è la pace di chi vince. Ti entro in casa e te la impongo. Ti conquisto. È la vecchia pax romana, che c'era prima di Augusto e ci sarebbe stata qui e là nei secoli dei secoli. Quasi sempre assomigliava a un deserto.
È la pace protetta, in equilibrio sull'apocalisse, dalla guerra fredda. C'è poi, come in uno specchio, la pace di chi si arrende. È la rassegnazione di chi resiste. No Más. Basta combattere. È una pace così carica di odio che genera guerriglia e terrorismo. C'è la pace di chi invoca la libertà e passa dalla rivolta o dalla rivoluzione. È una pace di sangue e di martiri, di coraggio e gesti silenziosi. È la pace che arriva tagliando la testa al dittatore. È una pace che magari parte da lontano, liberando i capelli da un velo in Iran o non votando a mezzogiorno in Russia. La pace adesso per toccare terra deve cancellare il putinismo. Non è solo per diversa visione ideologica. Non è per trovare per forza un colpevole, un capro espiatorio per il male del mondo. È per ciò che ormai Putin e il putinismo rappresentano. Questa Russia incarna un ritorno a una civiltà mondiale dove la democrazia e la libertà erano fuorilegge e la guerra l'unico modo per definire i rapporti di forza tra le nazioni. È un viaggio a ritroso. È un sogno all'incontrario, così sprezzante da rendere grottesca la democrazia. Il voto in Russia è volutamente una finzione. È un modo per dire: mi faccio beffe dei vostri valori universali solo sulla carta. La messinscena dello zar russo è un omaggio al nuovo disordine mondiale.
Il sogno del Novecento era sterilizzare la guerra con le leggi, la pace appunto come un diritto delle genti. Solo che un diritto ha bisogno di sanzioni per chi non lo rispetta. Putin, invece, ci sta dicendo che l'Onu è una scatola vuota, l'America un impero smarrito e la pace un arcobaleno.
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