Insieme ad altri poliziotti, ebbe il coraggio di segnalare le falle pericolose dell’apparato di sicurezza italiano. Per questo motivo fu accusato di falso, interruzione di pubblico servizio e diffusione di notizie false atte a turbare l'ordine pubblico. Gianni Tonelli, ex deputato della Lega e già sindacalista del Sap, ieri è stato assolto dal tribunale di Roma con formula piena, perché il fatto non sussiste. “Avviammo la nostra azione – ha dichiarato il poliziotto all’Adnkronos – dopo gli episodi di Charlie Hebdo, del Bataclan, della strage dei mercatini di Natale a Berlino e sul lungomare di Nizza. Me ne assunsi la responsabilità in qualità di segretario generale del sindacato autonomo di polizia, portai avanti la battaglia in cui credevo e credo con sessantuno giorni di sciopero della fame e oggi, a distanza di sette anni e ventisette chili persi, tra un suicidio di un collega, accuse infamanti e un avviso di garanzia che mi è stato fatto recapitare sul letto d'ospedale, i giudici mi hanno dato ragione”.
La vicenda
Tutto era cominciato con le politiche della spending review, dal 2013 al 2018, un programma che contribuì notevolmente a indebolire l'apparato della sicurezza in Italia. “Dopo aver tentato in tutti i modi di colloquiare con il governo Renzi, col ministro Alfano e con l'allora capo della polizia Alessandro Pansa – ha continuato il poliziotto –fui costretto a denunciare pubblicamente una situazione che metteva in pericolo l'intera comunità del Paese. Sapevamo di aver agito animati esclusivamente dall'interesse comune, eravamo certi di non aver compiuto alcun reato. E oggi che ci è stata data ragione in un'aula di tribunale, la lunga serie di reati commessi per ordire questo complotto è andata in prescrizione e quindi i responsabili non ne risponderanno, né in sede penale né in sede civile”.
La denuncia
Il poliziotto Tonelli, insieme ai suoi colleghi denunciò pubblicamente il taglio di circa 43mila unità negli organici delle forze dell'ordine, il prosciugamento delle risorse per le divise, la formazione, il controllo del territorio e la mancanza di auto, accusando il governo e il dipartimento della pubblica sicurezza. Le istituzioni denunciarono a loro volta i poliziotti ribelli facendo partire un processo di sette anni fondato sul nulla secondo la sentenza emessa dai giudici.
“Purtroppo – ha ricordato Tonelli – uno dei miei colleghi coinvolti non ha potuto gioire di questa vittoria perché all'epoca dei fatti non ebbe la forza di sostenere il peso di un'accusa ingiusta, un disagio che non seppe gestire e che lo fece cadere in depressione, portandolo verso una strada buia che lo ha poi condotto all'estremo gesto del suicidio”. Lo stesso Tonelli ha avuto seri problemi, con due infarti che ne hanno irrimediabilmente compromesso la salute.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.