Dal deserto fino al Polo: cosa fanno i nostri piloti della 46esima Brigata Aerea di Pisa

Il generale Alessandro De Lorenzo, comandante della 46esima Brigata Aerea di Pisa, racconta l'importanza delle missioni in cui è coinvolta l'Aeronautica Militare: in particolare la sua Brigata

Dal deserto fino al Polo: cosa fanno i nostri piloti della 46esima Brigata Aerea di Pisa

Qualcuno, in ambiente aeronautico, dice che i piloti hanno le ali dalla nascita. Certamente li caratterizza una passione per il loro lavoro fuori dal comune, fatto di sacrifici, ma anche di enormi soddisfazioni. Il generale Alessandro De Lorenzo, comandante della 46esima Brigata Aerea di Pisa, certamente ha il volo nel sangue. Da bambino guardava gli aerei passare, tanto che anni dopo tentò l’ingresso in Accademia Aeronautica. Al primo tentativo rimase escluso, ma la sua tenacia lo portò a riprovare e nel 1989 riuscì a iniziare la sua strada con il corso Leone IV. Ha conseguito il Master in scienze militari e studi strategici frequentando l’11° corso all’Istituto Superiore di Stato Maggiore Interforze e il 10° corso da Consigliere Giuridico, ha preso il brevetto di pilota militare presso la base di Sheppard, Texas (USA) nel 1994. Quale pilota militare è stato assegnato al 9° Gruppo del 4° Stormo di Grosseto, presso lo stesso Gruppo ha comandato la 96^ Squadriglia Volo. Ha conseguito la qualifica di “combat ready” su velivolo F104 ASA nei ruoli di caccia intercettore ognitempo.

Assegnato al Reparto Sperimentale di Volo di Pratica di Mare nel 1998, dove è stato anche comandante, è stato inviato presso la base della marina statunitense di Patuxent River per la frequenza del corso di pilota collaudatore sperimentatore, conseguendo la relativa qualifica nel 2000. La sua lunga carriera lo ha portato alla sezione “velivoli convenzionali” dove ha svolto attività di sperimentazione prevalentemente sui velivoli C-130J, C-27J e KC767-A. Ed è da qui che parte questa storia, che lo ha condotto poi al comando della Brigata in cui sono impiegati proprio i primi due velivoli. Successore del generale Girolamo Iadicicco, attualmente Capo dell’Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale Alberto Rosso, oggi De Lorenzo si trova a prendere le redini della 46esima da operativo, dopo un periodo a capo del servizio dei supporti del Comando Logistico dell’Aeronautica.

“Tornare operativi - racconta - per i naviganti è la ragione di vita. Anche se la parte logistica è il motore della parte operativa che è la punta di diamante della capacità aerea della nazione”. Alla Brigata di Pisa, che conta circa 1.300 tra uomini e donne in divisa, il C-130J e il C-27J sono i velivoli di punta che vengono impiegati in ogni teatro operativo, dal deserto all’Antartide, con temperature da 50 sotto zero a più di 50 gradi. “Sono nati per fare questo tipo di lavoro - chiarisce il comandante -. Hanno capacità di trasporto uniche, di mezzi e materiali, oltre che di persone anche in bio contenimento, come è successo nel periodo di emergenza Covid”.

Una peculiarità è anche quella del rifornimento in volo, sia come receiver, per il C-27 che per rifornire velivolo e anche elicotteri, come per il C-130J. L’addestramento e l’esperienza sul campo hanno consentito di essere operativi H24, soprattutto per il trasporto sanitario in urgenza su tutto il territorio nazionale. “I nostri aerei - racconta De Lorenzo - sono impiegati anche nella base hub di Al Minhad, dove si muovono per i trasporti in Iraq, Afghanistan e nel Corno d’Africa”. E un pensiero il comandante lo invia proprio al personale impiegato in teatro operativo, dove anche lui è stato come pilota. Un pensiero speciale lo rivolge anche ai caduti. La 46esima, infatti, è legata al ricordo della strage di Kindu, ma anche ad altri episodi in cui uomini in divisa hanno perso la vita nel compimento del dovere. “Li ricordo sempre nei miei discorsi - chiarisce il comandante -. A loro va mio il primo pensiero, ma anche ai loro familiari”. Il generale ammette che il suo comando avrà una continuità con quella del suo predecessore. Ma tra i progetti in cantiere ci sono anche quelli di una “maggior attenzione per il personale e una maggiore cura del verde. Abbiamo 400 ettari da gestire e più di 200 edifici.Vogliamo perseguire obiettivi che vanno dalla semplice raccolta differenziata all’efficientamento energetico”.

Tra i momenti più difficili della sua carriera ci sono stati sicuramente quelli in cui, sul proprio velivolo, ha rischiato la vita, ma sono compensati tutti dalla soddisfazione di servire ogni giorno il proprio Paese. Il momento più bello? “La prima volta su un F104”, dice quasi commosso, l’aereo che ha segnato la storia dell’Aeronautica Militare, lo “Spillone”, un velivolo che ha lasciato un segno nel panorama aeronautico mondiale. Ma alla 46esima le soddisfazioni non sono da meno.

Perché il vero valore di un militare, un pilota lo sa, “è quello di fare ogni giorno il proprio dovere con passione e spirito di servizio”. Come dicono gli aeronautici, “Virtute siderum tenus”, con valore verso le stelle.

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