Un detenuto inglese è stato aggredito da dei compagni di cella e malmenato per ore. L'episodio si è verificato mercoledì nella prigione HMP Swaleside, sull'isola di Sheppey, nella contea sudorientale del Kent (Regno Unito). La vittima dell'attacco è il 51enne Anthony Smith, condannato nel 2018 a 10 anni di reclusione per avere, nel 2014, abusato del figlio Tony, quando il piccolo aveva appena 4 mesi. L'uomo insieme alla sua fidanzata Jody Simpson aveva picchiato ripetutamente il bambino, fino a fargli perdere entrambe le gambe. Oggi il povero Tony è costretto a camminare utilizzando delle protesi ed è attivo in diverse campagne di raccolta fondi a beneficio della sanità pubblica.
Secondo quanto ricostruito dai media anglosassoni, Smith sarebbe stato aggredito dopo la colazione. Due detenuti di 31 e 36 anni, condannati ciascuno a 10 anni di galera per rapina a mano armata, avrebbero spinto il 51enne nella sua cella per poi iniziare a picchiarlo selvaggiamente per due ore con delle scatolette di tonno. Gli aggressori, dopo avere legato il malcapitato al letto della cella, avrebbero cominciato a colpirlo con delle armi improvvisate, tra cui appunto le scatolette di latta infilate e avvolte nei calzini.
Durante il pestaggio i due hanno ripetutamente gridato a Smith che avrebbe dovuto perdere le gambe, minacciando quindi di "tagliargliele" e di infliggergli così lo stesso supplizio da lui riservato tempo prima al figlio Tony. Sempre secondo la stampa locale, i due aggressori, inizialmente, non sapevano affatto per quale crimine fosse stato condannato Smith e lo avrebbero saputo solo di recente soltanto grazie alla soffiata fornita loro da un altro detenuto.
Alla fine l'aggressione ha provocato al 51enne gravi lesioni, fratture e lividi multilpli, facendogli inoltre perdere 12 denti. Sono state quindi necessarie immediate e lunghe cure mediche per consentire all'aggredito di riprendersi dalle conseguenze dell'attacco.
Gli organi di informazione inglesi sostengono però che l'intento dei due aggressori non sarebbe
stato affatto infliggere a Smith la stessa sofferenza da lui procurata al suo bambino. I due, al contrario, volevano tenere il 51enne come ostaggio per chiedere alle autorità carcerarie un trasferimento.
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