Fabio Tortosa rivendica tutto. Nessun mea culpa, nessun passo indietro. "Io sono uno degli 80 del VII nucleo - scrive su Facebook - io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte". Un post che divide Facebook e scatena un dibattito accesissimo.
Tortosa presta servizio nel reparto mobile di Roma ed è dirigente sindacale del Consap oltre a essere dirigente della federazione italiana di football americano e vicepresidente della squadra di football americano Lazio Marines. Il commento è stato postato giovedì scorso, due giorni dopo la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo che ha condannato l'Italia dando ragione a Arnaldo Cestaro, una delle vittime degli scontri alla scuola Diaz. Il commento ha subito scatenato un accesissimo dibattito su Facebook obbligando Tortosa, al tempo stesso travolto da messaggi di sostegno e sboccati insulti, ad approfondire le proprie posisizioni. "Esistono due realtà, due verità: la verità e la verità processuale - scrive, ancora su Facebook - la verità processuale si è conclusa con una condanna di alcuni vertici della polizia di Stato e del mio fratello Massimo Nucera a cui va sempre il mio grande rispetto ed abbraccio. Poi esiste la verità, quella con tutte le lettere maiuscole. Quella che solo io e i miei fratelli sappiamo, quella che solo noi che eravamo lì quella notte sappiamo. Una verità che non abbiamo mai preteso che venisse a galla. Una verità che portiamo nei nostri cuori e nei nostri occhi a distanza di quasi 15 anni, quando quegli uomini incredibili si reincrociano in ogni piazza d'Italia in cui ci sia da avversare i nemici della democrazia. Quegli occhi che si uniscono in un abbraccio segreto. In un convenzionale e silenzioso 'si', lo sappiamo, ci hanno inculato. Ma che importa? non era la gloria quello che cercavamo - conclude - quello che volevamo era contrapporci con forza, con giovane vigoria, con entusiasmo cameratesco a chi aveva, impunemente, dichiarato guerra all'Italia, il mio paese, un paese che mi ha tradito ma che non tradirò".
La chiusura del lungo post di Tortosa va a chi lo critica aspramente su Facebook: "Per quanto riguarda tutti voi; tranquilli, non vogliamo la pietas di nessuno. Sappiamo che siamo quelli ignoranti, scampati alla disoccupazione, lontani dai vostri salotti radical chic, dal vostro perbenismo becero, dal vostro politically correct. Siamo quelli che dopo un servizio di 10 ore dove abbiamo respirato odio, siamo pronti a rientrare nelle nostre case a dare amore ai nostri figli e alle nostre mogli. Ci troverai con una ceres in mano, ti odieremo perchè non hai la nostra tuta da op, ma non te lo faremo sapere. Saremo sempre al tuo servizio, anche se quando ti rubano in casa, meriteresti, e sarebbe più coerente, che chiamassi batman".
Poi Tortosa ha spiegato meglio le sue parole: "Il VII nucleo a Genova nell'irruzione alla scuola Diaz ha rispettato tutte le norme, le leggi e le prassi" afferma Tortosa. "Quella dell'irruzione alla scuola Diaz rimarrà una pagina nera per questo Paese ma chi c'era sa che è venuta fuori solo una parte della verità". "Crediamo che questa voglia di verità debba albergare anche nelle alte sfere, non solo in me, nei miei colleghi che erano con me e nelle vittime, alle quali - conclude - va tutta la mia solidarietà". E sulla vicenda è intervenuto anche il premier Matteo Renzi: "No a capri espiatori sulle violenze alla Diaz del G8 a Genova, ma ancora non è stata fatta chiarezza fino in fondo sulle responsabilità politiche di chi ha gestito quella vicenda", ha affermato il premier il premier intervistato da Primo Canale a Genova a proposito dell’ opportunità di dimissioni di Gianni De Gennaro da Finmeccanica. Infine sul caso è intervenuto anche il ministro degli Interni Angelino Alfano: "Con tutta la celerità necessaria e con il dovuto rigore, - garantisce Alfano - valuteremo il comportamento del poliziotto in questione e i commenti che hanno avuto origine dalle sue dichiarazioni e che sono stati pubblicati sul social network.
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