Dibba abbaia ma non morde

Ma perché Alessandro Di Battista pubblica i suoi libri con la casa editrice del "condannato per frode fiscale, finanziatore di quelli che hanno fatto saltare in aria Falcone e Borsellino"?

Dibba abbaia ma non morde

Ma perché Alessandro Di Battista pubblica i suoi libri con la casa editrice del «condannato per frode fiscale, finanziatore di quelli che hanno fatto saltare in aria Falcone e Borsellino»? Dunque è colluso, seguendo la sua logica. Non si vergogna di farsi pagare con i soldi sporchi di sangue di Berlusconi. E, a guardar bene, Dibba ha una singolare somiglianza con Dudù, fisicamente intendo, ben più del selvatico Salvini. Lui è grazioso, carino, perfetto per il salotto di Arcore, dove potrebbe scodinzolare con la licenza di fare i bisogni sui tappeti con il benestare della Brambilla.

L'atteggiamento da squadrista declina in caricatura, quando si vede il gruppo di famiglia in gita al Quirinale sulla Clio di Luigi Di Maio, ascoltando Fin che la barca va di Orietta Berti: un quadretto rassicurante di miracolati diventati capigruppo nelle due Camere, accompagnati da Rocco Casalino, creatura berlusconiana in libera uscita dal Grande fratello con uno sguardo totalmente inespressivo, nel ruolo risibile di «Capo della comunicazione», improvvisamente soft, mentre Dibba tiene vivo lo stile violento del capo, ormai assunto in Paradiso fra le beatitudini. I burattini ce li lascia qui.

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