L'innovazione tecnologica è una via obbligata per le imprese. Ma non tutte le aziende, soprattutto tra le piccole e medie, hanno compreso il valore dei processi digitali nell'organizzazione aziendale e nella rete commerciale. Delle opportunità del digitale si parlerà il 23 settembre a Milano, in piazza Sant'Ambrogio, in un Executive workshop promosso da Confimprese. Obiettivo dell'incontro è condividere nuovi scenari di mercato, presentando casi concreti con focus su big data , digital intelligence e sulla digitalizzazione dei processi operativi «per eliminare complessità e accrescere la produttività». Punto di partenza la consapevolezza che la digitalizzazione sia «per molti business tradizionali una via obbligata» per garantire la sopravvivenza delle imprese.
Ma qual è la situazione oggi? L'ultimo rapporto Ocse sulla piccola e media impresa italiana descrive una realtà ancora piuttosto favorevole alla nascita di nuove imprese, anche grazie ad alcune riforme degli ultimi anni. Ma quando si indicano le misure necessarie per fare nuovi passi avanti in termini di competitività, l'Ocse parla di innovazione e riduzione delle tasse. E suggerisce incentivi fiscali mirati e un sistema normativo che stimoli anche un rafforzamento della cooperazione tra università e piccole e medie imprese, in particolare nel settore dell'innovazione tecnologica. Anche l'ultimo Rapporto sulla competitività firmato dalla Commissione europea cita, tra le condizioni necessarie per evitare un nuovo blocco della crescita, il semaforo verde sui finanziamenti, l'amministrazione pubblica, l'accesso ai mercati esteri, il prezzi dell'energia e l'innovazione. Altra stima: secondo il Rapporto su «Entertainment & Media Outlook Italia 2014-2018», smartphone e tablet raggiungeranno una penetrazione dell'84% nel 2018, quando il digitale rappresenterà il 44% del mercato dei media e intrattenimento, contro il 32% del 2013.
Innovazione e digitalizzazione, dunque. In Italia sono stati calcolati 30 milioni di smartphone e 24 milioni di «account» facebook. Il valore dell' e-commerce (il commercio online) nel 2013 è stato stimato in 11,2 miliardi, con una crescita del 17 per cento rispetto all'anno precedente. L'86 per cento degli acquisti proviene da 8 milioni di acquirenti abituali, il resto da clienti sporadici. «Queste cifre - ha detto il presidente di Confimprese Mario Resca a Espansione - si traducono in potenzialità immediate di sviluppo del brand e della propria portata commerciale e, dunque, su questi dati occorre riflettere affinché sia gli operatori del settore sia i consumatori sappiano come cavalcare l'onda e trarre il massimo profitto dall 'e-commerce ».
«Il digitale sta cambiando il modo in cui i consumatori comunicano e, soprattutto, acquistano: 9 utenti su 10 si informano online su prodotti e brand, anche perché attualmente solo il 24 per cento degli italiani non ha ancora accesso a Internet», ha aggiunto Resca, rilevando come «l' e-commerce sia il settore dove si registra il più forte aumento di competitività dei prezzi, a tutto vantaggio dei consumatori».
Ma - ha avvertito il presidente di Confimprese - «a questo punto riteniamo necessario che anche le istituzioni facciano la loro parte e garantiscano all' e-commerce le adeguate garanzie per svilupparsi in Italia nel modo più efficace e intelligente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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