"Non si vede niente, siamo fermi". Poi lo scontro sulla pista di Detroit

Un nebbioso giorno di dicembre del 1990 due aerei della compagnia Northwest Airlines entrano in collisione su una pista dell'aeroporto Wayne County di Detroit, causando 8 vittime

"Non si vede niente, siamo fermi". Poi lo scontro sulla pista di Detroit

3 dicembre 1990. A Detroit ha smesso di nevicare da poco, ma una coltre di nebbia è scesa sull'aeroporto metropolitano di Wayne County, dove due aerei appartenenti alla compagnia statunitense Northwest Airlines entrano in collisione sulla pista 03C. Noto come il disastro di Detroit, nell'impatto tra i due velivoli muoiono 8 dei passeggeri a bordo di uno dei due aerei e molti riportano ferite gravi.

La collisione

A essere rimasti coinvolti nell’incidente di Detroit furono un Douglas Dc-9-14 con 40 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio a bordo, e un Boeing 727, con 154 persone. Il Dc-9, che operava il volo Northwest 1482 diretto a Pittsburgh, si trovava in fase di rullaggio, ma a causa della forte nebbia presente quel giorno, svoltò per errore nella via di rullaggio esterna. Il controllo del traffico aereo, allertato, disse all'equipaggio del velivolo di svoltare sulla pista "Xray", ma ancora una volta i piloti, confusi dalla nebbia, entrarono in una pista di decollo attiva, scontrandosi con un Boeing, che era appena stato autorizzato al decollo da quella pista.

Il comandante del volo 1482 era William Lovelace, con alle spalle 23000 ore di volo e 4000 proprio come pilota di Dc-9. Quando Lovelace e il primo ufficiale si resero conto dell’errore, contattarono immediatamente i controllori del traffico aereo, i quali non poterono fare altro che dirgli di lasciare subito la pista 03C. La visibilità diminuiva sempre di più e i due piloti non avevano idea di dove si trovassero. “Hey, volo 1482, giusto per verificare - chiese l'operatore ai piloti - State procedendo a sud sulla Xray?”.

Incidente di Detroit

La risposta del comandante non fu confortante: “Non ne siamo sicuri, qui c’è così tanta nebbia che non si vede niente. Siamo fermi”. Ormai era chiaro che il volo Northwest 1482 stava procedendo alla cieca e dopo le dovute verifiche i controllori realizzarono con orrore che l’aereo si trovava su una pista attiva. "Andate via da quella pista immediatamente!", urlò il controllore ai piloti del Dc-9.

Ma era già troppo tardi. Alle 13.45, cinque secondi dopo l’ultima comunicazione del Dc-9 con la torre di controllo, l’ala del Boeing colpì la parte destra della fusoliera dell’altro velivolo, danneggiando il motore numero 2. L'aereo prese fuoco, ma per fortuna la maggior parte dei passeggeri riuscì a salvarsi fuggendo dai portelloni e da una delle uscite di sicurezza, e il comandante sfuggì alle fiamme scappando dal finestrino della cabina. Ma purtroppo non tutti furono così fortunati: un membro dell'equipaggio e 7 passeggeri persero la vita durante l'incendio del velivolo e 10 persone riportarono ferite gravi e 23 lesioni lievi.

Tuttavia, il National Transportation Safety Board (Ntsb) dichiarò di aver perso le tracce di alcuni dei sopravvissuti, tra cui tre passeggeri ricoverati, dei quali non ricevettero mai la relativa documentazione medica, finendo tra i feriti gravi. Non si ebbero più notizie riguardanti le condizioni mediche nemmeno del copilota e di altri 6 passeggeri, curati negli ospedali della zona. Ai fini del rapporto conclusivo questi ultimi vennero inseriti tra i feriti di lieve entità. A parte il forte spavento, tra i passeggeri del Boeing non ci furono vittime e dopo essere stato riparato, venne rimesso in servizio.

Le indagini e le responsabilità

Incidente di Detroit

Le indagini dell'Ntsb misero in luce una serie di errori e fatalità, che portarono alla collisione dei due aerei, quel gelido e nebbioso giorno di dicembre. Di chi fu la responsabilità di un incidente avvenuto a terra, che avrebbe potuto essere evitato? Come riportato sul blog Admiral Cloudberg, gli inquirenti evidenziarono alcune mancanze del comandante e del primo ufficiale, che contribuirono indirettamente allo scontro.

William Lovelace era appena rientrato dopo sei anni di congedo medico e aveva appena terminato l’addestramento per essere reinserito come pilota. Il Northwest 1482 era infatti il suo primo volo senza supervisione. Le indagini rivelarono inoltre che il primo ufficiale, Jim Schifferns, un ex pilota dell’Air Force, aveva effettuato solo 185 ore di volo su un Dc-9.

Lovelace affermò che prima della partenza Schifferns gli assicurò di conoscere bene l’aeroporto di Detroit, cosa che il comandante apprezzò vista la complessità delle piste e il tempo sfavorevole. Ma questo era falso. Dalle registrazioni all’interno del cockpit emerse che Schifferns raccontò una serie di aneddoti per impressionare il comandante che si rivelarono tutti falsi. Le autorità attribuirono quindi parte della responsabilità dell’accaduto all’errata comunicazione tra i piloti, i quali non ricevettero un addestramento adeguato alla gestione delle risorse della cabina di pilotaggio.

L’Ntsb constatò inoltre carenze nella segnaletica orizzontale e dell'illuminazione dell'aeroporto, che ebbero un ruolo cruciale nello svolgersi degli eventi. Per ultimi, anche ai controllori del traffico aereo venne imputata un parte di colpa, per non aver avvisato tempestivamente il Dc-9 di una probabile incursione di pista.

Per concludere, venne raccomandato alla Federal Aviation Administration (Faa) di correggere i problemi relativi alla segnaletica nelle intersezioni potenzialmente pericolose negli aeroporti di tutto il paese.

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