Discriminata sul lavoro perché troppo grassa: "Vogliono solo ragazze di bella presenza"

Martina, che soffre di obesità da quando ha 10 anni, non riesce a trovare lavoro a causa delle sue misure oversize " Mi dicono che sono troppo grassa per lavorare"

Discriminata sul lavoro perché troppo grassa: "Vogliono solo ragazze di bella presenza"

Ventisei anni, 1 metro e 80 di altezza e 140 chili di peso. È questa la storia di Martina: una vita vissuta nell'obesità, ma soprattutto nella discriminazione.

Infatti, Martina, ragazza di Prato che soffre da quando ha 10 anni di obesità, non riesce a trovare lavoro a causa del suo peso. E, per i tanti colloqui di lavoro ai quali si è sottoposta, a nulla sono servite le sue capacità e la sua buona qualifica di segretario aziendale, l'unica cosa a cui interessava ai suoi datori di lavoro era la sua misura oversize.

Martina racconta in un'intervista a Repubblica alcuni casi di discriminazione che ha subito a causa del suo peso, come quella volta che si era proposta per fare la cameriera in un bar per la pausa pranzo: "Il colloquio è durato meno di 5 minuti, non mi è stato nemmeno chiesto ciò che so fare - racconta la ragazza- Mi è stato subito detto che per fare la cameriera non sarei stata adatta perché non sono di bella presenza. In più il proprietario ha aggiunto: non vorrei far scomodare i clienti per farti passare tra i tavoli"; oppure quella volta che candidatasi come recepionist in un albergo pratese viene rifiutata perchè non avevano divise "adatte" a lei: "Mi è stato detto che non avevano la divisa della mia taglia e che comprare un'oversize sarebbe stato troppo costoso per loro".

Inutile dire che da tutti questi colloqui, Martina torna a casa distrutta e demoralizzata, odiando ancora di più se stessa e il suo corpo: " "Dopo questi colloqui torno sempre a casa in lacrime - racconta a Repubblica - Mio padre a volte è andato a parlare con i responsabili per chiedere spiegazioni e per difendermi, ma gli è spesso stato risposto "Non se la prenda a male, ma sua figlia è troppo grossa".

E non aiutano nemmeno i commenti che le persone le rivolgono anche quando cammina per la strada: "Per la strada le persone ridono di me, mi squadrano, sento chiacchiericci alle mie spalle, e a volte qualcuno che dice "Guarda che culo grosso che ha". Io vorrei spiegare a tutti che l'obesità è una malattia. Non basta mangiare un po' meno e camminare di più per sconfiggerla, è una disfunzione metabolica grave. Di obesità si può morire, esattamente come si può morire di anoressia. Gli obesi sono esseri umani e non devono più nascondersi. Devono avere le stesse opportunità degli altri, e soprattutto devono poter essere giudicati per le loro competenze e non per la loro taglia. Purtroppo viviamo in una società dove se non porti la 40 non sei nessuno.

Ma come altre discriminazioni sono sulla buona strada per essere sconfitte, ad esempio quella contro i gay che ha portato al riconoscimento dei matrimoni, anche gli obesi devono e possono avere la loro rivincita. La discriminazione in base al mio peso è un limite al mio futuro, perché se non trovo un lavoro, come posso avere una casa e costruire una famiglia?"

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