Dissenteria e vomito dopo il pranzo. La verità sul "caso Gubbio"

Alcuni, negli audio fatti circolare su WhatsApp, hanno raccontato di persone ubriache e fuori di sé che avrebbero seminato il panico nel centro cittadino

Dissenteria e vomito dopo il pranzo. La verità sul "caso Gubbio"

Non è una puntata della popolare serie televisiva Don Matteo, ma ciò che è accaduto nelle ultime ore a Gubbio, che fino a pochi anni fa ospitava il set della fiction Rai, potrebbe essere utilizzato dagli sceneggiatori per scrivere una delle storie che solitamente vanno in onda. Una presunta intossicazione da pesce crudo in un ristorante del centro è diventata virale sui social media, con la diffusione di audio e foto raccapriccianti di persone in preda al vomito e alla dissenteria. Immagini splatter, condite da commenti volgari e poco simpatici, sono girate su Facebook, Instagram e Twitter, dopo che alcuni giornali locali avevano dato, solo adesso, la notizia del pranzo finito male venti giorni fa. Alcune frasi degli audio - "come le oche", ad esempio - sono già diventate tormentoni. Ma cosa è successo davvero a Gubbio il 2 ottobre scorso?

I fatti

Quella domenica, i componenti di un’associazione di pesca sportiva, presieduta da un noto imprenditore locale, si erano organizzati per andare a catturare tonni e per mangiarli a pranzo in un noto locale del centro di Gubbio. Dei 120 commensali, però, 30 persone poco dopo aver mangiato e bevuto hanno cominciato a sentirsi male, mostrando sintomi di una possibile intossicazione, con dissenteria e vomito. Alcuni, secondo i racconti affidati ai social, avrebbero anche perso i sensi rendendo necessario l’intervento dei sanitari del 118.

Il tam tam sui social media

L’episodio, a distanza di più di due settimane, ha provocato la reazione scomposta di tanti internauti sui social media, i quali hanno addirittura definito “apocalittico” il pranzo nel ristorante di Gubbio. Alcuni, negli audio fatti circolare su WhatsApp, hanno raccontato di persone ubriache e fuori di sé che avrebbero seminato il panico nel centro cittadino a causa del problema della dissenteria, suscitando ilarità e commenti inappropriati sui social, tanto da creare il sospetto che sull’accaduto si stesse cominciando a esagerare.

La posizione delle forze dell’ordine

In alcuni audio si è fatto riferimento a un intervento dei carabinieri, ma dal comando provinciale di Perugia hanno smentito il loro coinvolgimento diretto. L’ufficio stampa dei militari ha confermato, poi, che l’Arma non era a conoscenza della presunta intossicazione. La stessa cosa è stata detta dagli agenti della polizia municipale di Gubbio, contattati telefonicamente dal Giornale.it: nessun vigile è stato chiamato quella domenica e dell’accaduto i caschi bianchi ne hanno letto solo sui giornali e sui social media.

Il ristoratore è pronto a denunciare per diffamazione

A quel punto era necessario avere anche la versione del ristoratore che ha ospitato il pranzo dell’associazione dei pescatori. Ci ha chiesto di evitare di scrivere il suo nome su consiglio del suo legale, ma ha accettato di raccontarci cosa è successo nel suo locale. “Avevamo permesso ai componenti della società di pesca – ha affermato –di pranzare nel nostro ristorante. Il pesce crudo lo hanno portato loro da fuori e, da quanto ne so, lo hanno fatto sfilettare in un altro locale. Quindi noi abbiamo solo ospitato le oltre cento persone. Potrebbe bastare questo per giustificarmi, ma vorrei smentire ciò che sta circolando sui social. Si tratta di chiacchiere che vengono alimentate da voci di popolo.

Il ristoratore è entrato nel merito della vicenda. “Corrisponde a verità – ha continuato – che il giorno del pranzo sia intervenuto, presso il ristorante, personale medico del 118, tuttavia, tale intervento si è reso necessario per problemi personali di salute che hanno afflitto due avventori, ma che nulla hanno a che vedere, in alcun modo, con la qualità e/o tipologia del cibo somministrato nel nostro locale, con la preparazione dello stesso o con i metodi di cottura utilizzati, come a qualcuno piacerebbe far credere. Pertanto, poiché quel che ha avuto inizio come un semplice sparlare si sta protraendo nel tempo e soprattutto, considerato che la divulgazione di notizie false e diffamatorie sta arrecando un danno all’immagine del ristorante, anche ben oltre i confini della città, invito chiunque a cessare simili comportamenti, altrimenti sarò costretto ad adire alle vie legali”.

L’imprenditore ha anche aggiunto che nessuna indagine da parte delle forze dell’ordine è stata avviata, né di aver ricevuto sanzioni o

ammonimenti dall’Asl. “Si è voluto creare un caso che non esiste – ha concluso il ristoratore – pubblicando perfino immagini scabrose false, poiché le persone immortalate non sono nel mio locale”.

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