Napoli perde uno tra i suoi più importanti gioielli culturali. Un incendio devastante ha letteralmente distrutto la Città della scienza. Il museo interattivo, che con una media di 350mila visitatori l’anno è sicuramente uno dei più validi attrattori turistici del capoluogo partenopeo, ha preso fuoco per cause che sono ancora ignote. Fortunatamente, però, all’interno della struttura non erano presenti né visitatori né personale grazie alla chiusura settimanale del lunedì.
La polizia ha già avviato le indagini per accertare le cause del potentissimo rogo che, ieri notte, ha illuminato Napoli. I danni sono ingentissimi: sopravvivono solo i muri perimetrali, mentre l’interno dei padiglioni è stato devastato. Il fronte del fuoco era infatti lungo più di un centinaio di metri. Tanto che dal rogo si alzava una colonna di fumo visibile da buona parte della capoluogo campano. Sul posto sono immediatamente intervenute decine di vigili del fuoco, affiancate dalle forze dell’ordine che hanno chiuso al traffico via Coroglio, di fronte al mare di Bagnoli, dove sorgeva appunto la struttura. Dei numerosi padiglioni che componevano lo science center solo uno è stato risparmiato dalle fiamme.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti basata sulle testimonianze raccolte sul posto, ci sarebbe stata una estensione rapidissima dell’incendio, complice la presenza massiccia di legno e altri materiali altamente infiammabili. In pochi minuti sarebbe andato in fumo il polo nato dall’intuizione del presidente della fondazione Idis, Vittorio Silvestrini, che in una dozzina d’anni aveva guadagnato consensi e credibilità, non solo come luogo dove apprendere praticamente le leggi della scienza, grazie a decine di esperimenti pratici e dimostrazioni dal vivo, ma anche come centro congressi, centro di alta formazione, incubatore di imprese. Il primo embrione del progetto risale agli anni Novanta: nel 2001 ci fu l’inaugurazione del vero e proprio museo interattivo che è stato man mano ampliato da successive realizzazioni. Il tutto nello scenario di Bagnoli, il quartiere ex industriale che, conclusa l’era dell’acciaio e dell’Italsider, aveva visto proprio in Città della Scienza il primo simbolo concreto di un progetto di bonifica e di rinascita del quartiere. Insomma, è come se insieme alla Città della Scienza fossero andate in fumo anche quelle speranze.
Mentre il polo museale andava in fiamme, fuori sono accorsi quasi tutti i 160 dipendenti. I volti erano angosciati per il futuro della struttura e del loro lavoro. Gli stessi timori che coinvolgono i tanti che lavoravano nell’indotto creato dal museo, giunti in via Coroglio dopo aver appreso dell’incendio. L’area distrutta dalle fiamme è stimata in 10-12mila metri quadrati, praticamente l’intero centro, a eccezione del Teatro delle Nuvole, un corpo separato che ospitava rappresentazioni. Il custode racconta di aver visto una colonna di fumo e di aver dato immediatamente l’allarme. Nel giro di pochi minuti, però, il fuoco avrebbe divorato i padiglioni dall’interno diventando, in questo modo, indomabile.
Per tutta la notte sono state ore di forte sgomento anche per tutti gli abitanti di Bagnoli che temevano di rimanere intossicati dal fumo denso e nero, poi invece sospinto dal vento verso il mare. "Napoli è sotto attacco", ha scritto, su Twitter, il sindaco partenopeo, Luigi de Magistris.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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