"È una dittatura sanitaria!". No vax prende a calci in faccia l'infermiera

L'aggressione è avvenuta all'ospedale San Camillo. Il paziente, un no vax positivo al Covid che aveva rifiutato le cure, si è scagliato contro l'infermiera

"È una dittatura sanitaria!". No vax prende a calci in faccia l'infermiera

"Non mi curo, non avete il mio consenso. Questa è una dittatura sanitaria!". E poi si è scagliato contro l'infermiera che stava tentando di assisterlo prendendola a calci sulla testa. Il paziente, un no vax ricoverato per l'infezione polmonare da Covid, aveva rifiutato le cure: dovrà rispondere di aggressione e lesioni. "Gli episodi di violenza sono aumentati in modo esponenziale nei pronto soccorso" ha denunciato dalle pagine de Il Messaggero Stefano Barone, segretario del Nursind Lazio.

L'aggressione

L'aggressione si è consumata nel reparto Covid del San Camillo di Roma. Dopo aver riscontrato la positività al virus, il paziente no vax era stato ospedalizzato per l'aggravarsi delle condizioni di salute. Ma nel momento in cui i medici gli hanno prospettato le cure ha dato completamente in escandescenze prendendosela con l'infermiera di turno. "Questa è una dittatura sanitaria! Non vi do il consenso alle cure", ha gridato l'uomo scalciando con violenza al volto della sanitaria. Sul posto sono intervenuti i medici e gli agenti di sicurezza dell'ospedale che hanno subito soccorso la malcapitata e acquietato lo scalmanato.

Il racconto

L'infermiera, 30enne in servizio al San Camillo da poche settimane, ha riportato ferite giudicate guaribili in 10 giorni. "Mi si rivoltato contro all'improvviso. - ha raccontato la vittima ancora sotto choc per l'aggressione - È accaduto tutto in pochissimi secondi, non sono riuscita a liberarmi" Per il paziente No vax è scattata la denuncia: dovrà rispondere di aggressione e lesioni. "Gli episodi di violenza, in particolare nei pronto soccorso, sono aumentati esponenzialmente. Riceviamo segnalazioni da tutti gli ospedali. Il personale è già allo stremo, la quarta ondata della pandemia ci ha piegati. Questi episodi sono gravissimi" ha spiegato Stefano Barone, segretario del Nursind Lazio.

I medici nel mirino

L'ultima aggressione ai camici bianchi si è consumata sabato notte, all'ospedale Grassi di Ostia. I familiari di un paziente in attesa del turno di visita hanno assaltato gli infermieri del pronto soccorso. Meno di un mese fa, al Policlinico di Tor Vergata, un paziente in stato di agitazione aveva preso a morsi l'infermiera che tentava di assisterlo staccandole un dito. Una escalation di violenza che sta costringendo molti sanitari ad abbandonare la professione: solo nel 2021, in 600 si sono licenziati per cambiare mestiere e vita. "In questo momento oltre al disagio legato all'emergenza pandemica si somma anche il costante rischio di aggressioni" ha precisaro ancora il segetario del Nursind aggiungendo che "l'infermiera aggredita venerdì, è giovanissima e appena entrata in servizio.

Avrà bisogno di tempo non solo per riprendersi dall'aggressione fisica. La situazione è davvero drammatica e solo arruolando nuovi infermieri potrà alleggerirsi. Non ci sono alternative o strade alternative. Il personale, sia medico che infermieristico, non può reggere ancora".

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