Divina Provvidenza, spunta nelle intercettazioni il cardinal Versaldi

Avrebbe suggerito di usare 30 milioni destinati al Bambino Gesù per acquisire l'Isi, all'insaputa della Santa Sede

Divina Provvidenza, spunta nelle intercettazioni il cardinal Versaldi

Per acquisire l'Isi si dovevano usare trenta milioni di fondi pubblici italiani destinati all'ospedale Bambino Gesù. Una operazione di cui la Santa Sede non doveva essere informata, suggerita da Giuseppe Versaldi, attuale prefetto dell'Educazione cattolica e cardinale.

Il nome del prelato è spuntato in una conversazione telefonica intercettata, tra Versaldi e il manager Giuseppe Profiti, nell'ambito dell'inchiesta sul crac Divina Provvidenza, che ha portato all'arresto di Antonio Azzollini, senatore del Nuovo centrodestra.

È arrivata il dieci giugno la richiesta di arresto del parlamentare, presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama. In ballo ci sono accuse pesanti, legate al crac da 500 milioni di euro che ha coinvolto le case di cura Divina Provvidenza di Bisceglie.

Oggi Azzollini ha presentato istanza al Tribunale del Riesame, perché sia annullato il provvedimento di arresti domiciliari inviato a Palazzo Madama.

La conversazione intercettata riguarda la proposta di destinare un fondo da trenta milioni - e altri cinquanta - all'Istituto dermopatico dell'Immacolata e non al Bambino Gesù. Allora Profiti era il presidente del cda del secondo istituto.

A finire all'Idi, in amministrazione straordinaria e al centro di un'altra indagine straordinaria, sarebbero stati fondi assegnati dalla Legge di stabilità. Il tutto per far riacquisire il Dermopatico ai Figli dell'Immacolata, mentre in quel momento era di proprietà della provincia italiana della congregazione.

Quanto è emerso, secondo la procura, è importante per capire il modus operandi, tuttavia il nome del cardinal Versaldi non compare tra le dieci misure cautelari emesse a Trani. Tuttavia dal Bambino Gesù arriva una nota che "smentisce categoricamente che fondi di bilancio, meno che mai fondi pubblici, siano stati destinati all'acquisizione".

"Non avevo nessuna intenzione di mentire al Papa", ha invece spiegato il cardinal Versaldi,

dicendo che "l’incontro con il Santo Padre era finalizzato ad ottenere l’approvazione generale a proseguire su questa linea di salvataggio per arrivare successivamente ad una approvazione circa la soluzione individuata".

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