La Cassazione definisce meglio il perimetro operativo del dl Sicurezza (voluto fortemente dal ministro Salvini) con una sentenza arrivata oggi su un ricorso presentato da un cittadino della Guinea che si era già visto respingere dal tribunale di Napoli le domande di protezione internazionale e umanitaria. Il verdetto della Suprema Corte è chiaro e delimita un confine temporale: il dl Salvini di fatto si applica solo alle istanze presentate dopo il 5 ottobre 2018, data in cui è entrata in vigore la norma. Le altre, quelle precedenti verranno esaminate con la vecchia normativa che regola i permessi umanitari.
Il permesso rilasciato avrà una durata di due anni e allo scadere dei 24 mesi allora la nuova valutazione verrà fatta secondo il dl Sicurezza.
"Deve escludersi che possa desumersi il principio dell’applicabilità immediata alle procedure in itinere della nuova disciplina legislativa incentrata sull’eliminazione del diritto all’accertamento di un titolo di soggiorno sostenuto da ragioni umanitarie", osserva la Cassazione, nella sentenza depositata oggi e lunga 22 pagine, in cui rileva che si tratta di "situazione giuridiche soggettive che non possono essere scrutinate alla luce di un fatto generatore mutato rispetto al momento in cui è stato chiesto l’accertamento del diritto". Con questo verdetto viene per il momento ridimensionata la portata giuridica delle nuove norme che produrranno i loro effetti solo nei prossimi mesi.
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