"Abbiamo presentato al giudice una formale richiesta di prendere in carico, insieme all'Associazione olandese Aap, le tigri protagoniste della drammatica morte del domatore 61enne Ettore Weber. Siamo disponibili a occuparcene, trasferendole in un centro specializzato nel recupero di animali esotici vissuti in cattività". È questa la richiesta della lega anti vivisezione (Lav) rispetto le otto tigri sequestrate dopo la morte del domatore del circo Orfei ucciso dai felini il 4 luglio scorso mentre li stava addestrando nella gabbia. L'incidente è avvenuto a Triggiano, in provincia di Bari, davanti agli occhi della moglie di Weber, Loredana. Dopo l'episodio le otto tigri del circo sono state messe sotto sequestro e trasferite allo Zoo Safari di Fasano, in provincia di Brindisi, struttura nominata dal giudice come custode temporaneo.
"Lo Zoo di Fasano ha espresso la sua impossibilità ad accogliere questi animali, che attualmente vivono detenuti all'interno del mezzo adibito per il loro trasporto grande circa venti metri quadrati. - si legge nella nota - siamo, pertanto, disponibili a occuparcene trasferendole in un centro specializzato nel recupero di animali esotici vissuti in cattività, il 'Primadomus' in Spagna". "Questa soluzione - spiega ancora l'associazione - rappresenta un'opportunità unica per far sì che gli otto animali sequestrati possano avere un'alternativa a quella che è stata sin qui la loro vita, in cui sono stati ridicolizzati, sfruttati, domati e forzati a svolgere azioni del tutto contrarie alla loro natura". Sul caso interviene anche David Van Gennep. "Questo nuovo incidente, l'ultimo di una lunga serie, rende evidente che l'impiego degli animali nei circhi è un vero rischio per la salute e la sicurezza pubblica", dice Van Gennep, amministratore delegato di Aap, l'organizzazione internazionale impegnata nel recupero degli animali esotici e nel contrasto ai traffici illeciti.
Intanto si cerca di far luce sull'episodio accaduto, come detto, lo scorso 4 luglio. Pare che Ettore Weber non sia stato sbranato come detto inizialmente dalle fonti di stampa. Lo ha chiarito all'Agi Marina Monti, titolare del circo in cui lavorava Weber, che ha parlato con il domatore cinque minuti prima dell'evento fatale, assistendo poi alla scena. Weber, secondo quanto dichiarato dalla Monti, "è stato colpito alla giugulare con una zampata da una sola tigre. È morto nel giro di due-tre secondi." Non ci sarebbe stata, quindi, alcuna aggressione da parte di quattro delle otto tigri che Weber addomesticava da quindici anni. "Qualcuno ha scritto che è stato trascinato, che è stato in balia degli animali per più di mezz'ora, ma se fosse andata così non avremmo ritrovato niente del suo corpo, che invece era integro. Non so se qualcuno si rende conto - ribadisce Monti - di cosa possa accadere ad un corpo conteso da quattro tigri. Non resta niente". La proprietaria del circo, avendo assistito alla scena, ha raccontato che il signor Weber era entrato in gabbia da pochi minuti "quando è arrivata la seconda tigre si è girato per andare a recuperare la prima e posizionarla sullo sgabello."
Di solito durante lo spettacolo quella tigre, al passaggio del domatore, allungava la zampa. Quindi, trovandosi sul suo sgabello e vedendo passare il domatore l'ha fatto, purtroppo però Weber era di spalle e troppo vicino all'animale. In questo modo è stato colpito alla giugulare. "Se il signor Weber fosse stato venti centimetri più alto - ha sottolineato la proprietaria del circo - sarebbe stato colpito alla spalla e avrebbe riportato solo un graffio. Si è trattata di una fatalità, dovuta al fatto che si trovava di spalle. Weber è caduto in terra ed è morto subito. Ovviamente accasciandosi le altre tigri gli si sono avvicinate, ma lui non aveva alcun morso, solo graffi".
Marina Monti ha, infine, precisato che tutto quello da lei raccontato è stato confermato dai medici legali. "L'evento - ha concluso - è durato al massimo 6-7 minuti, io ho parlato con lui alle 20:05 e alle 20:15 era già finito tutto e il corpo del signor Weber era già fuori dalla gabbia".
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