È "indignata" perché "una sola persona è chiamata a rispondere" del naufragio della Costa Concordia e "dispiaciuta" per Francesco Schettino che però, al processo, non avrebbe "detto tutto". Torna a parlare Domnica Cemortan, la giovane moldava che era l'ex comandante (che rischia una condanna a 26 anni e 3 mesi) in plancia di comando al momento dell'impatto della Concordia con gli scogli dell'isola del Giglio.
"Lui può dire di più di quello che conosce della compagnia e può parlare di tante cose- continua Domnica ospite della trasmissione Mattino Cinque su Canale 5- Secondo me lui protegge Costa Crociere e non capisco perché". E continua: "Quando ho lavorato per Costa, prima di quel viaggio - ha spiegato Cemortan - lui mi ha detto più volte che per cambiare rotta doveva informare la compagnia". Per spiegarsi meglio, ha mostrato una copia del giornale di bordo in lingua russa destinato ai passeggeri: "Se il capitano cambia qualcosa noi lo sappiamo subito per poterlo cambiare sul giornale". "Quando sono salita a bordo a Civitavecchia tutti nell'equipaggio sapevano del cambiamento di rotta per passare vicino al Giglio e nessuno durante il processo ha verificato se era accaduto, se c'era una e-mail del capitano alla compagnia".
Sarà il nuovo look, capelli corti e scuri, ad aver addolcito la giovane moldava che ha commentato la richiesta di condanna a 26 anni per Schettino: "Non so se è una condanna giusta. La richiesta è una decisione della procura e io non possono dirlo", ha affermato Domnica aggiungendo tuttavia che nel 2012, quando il processo non era ancora iniziato, dalla procura di Grosseto le avrebbero detto che per Schettino si profilava una pena di 25 anni. Lei reagì stupita per l'entità di una simile eventuale condanna, "ma mi dissero - ha spiegato- che Costa dà lavoro a tante persone...". Frasi forti che sembrano gettare nuovi dubbi sul processo del naufragio della Costa Concordia in cui morirono 32 persone.
E Domnica Cemortan vuole essere risarcita perché "ha visto la morte in faccia" e, soprattutto, la sua vita "è stata distrutta completamente". La moldava ha chiesto un risarcimento di 200.000 euro: "Io ero su quella nave, non ero un uccellino che volava intorno" ha spiegato Domnica, ricordando anche di aver salvato almeno una persona dalle acque del Giglio. "Quanto vale la vita di una persona in Italia?" si domanda. Una vicenda che l'ha travolta costringendola a rinunciare alla sua privacy: "Cambio numero di telefono ogni settimana e la mia vita è così da tre anni.
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