Inseguita tra le auto e uccisa con 5 coltellate. Killer preso dopo 12 ore

Il killer della donna uccisa nella mattinata di domenica, tra Melegnano e San Giuliano, sarebbe il suo convivente. L'uomo è stato già catturato

Inseguita tra le auto e uccisa con 5 coltellate. Killer preso dopo 12 ore

L'ha rincorsa fra le auto in corsa sulla Provinciale 40, tra San Giuliano e Melegnano, poi le ha inferto 5 coltellate: 2 alla schiena e 3 alla gamba sinistra. Così Luljeta Heshta, albanese di 47 anni residente a Milano, è stata uccisa in strada dal suo convivente. Il killer, catturato dopo 12 ore, non ha confessato il delitto ma un video, confermano fonti vicine all'agenzia Adnkronos, proverebbe la sua colpevolezza. L'uomo, A.K. le iniziali del nome, 43enne di origini albanesi, dovrà rispondere di omicidio volontario aggravvato.

Le coltellate in strada

L'allerta è scatta poco dopo le ore 13 di domenica 7 febbraio. Alcuni automobilisti che transitavano sulla Provinciale 40, tra San Giuliano e Melegnano, hanno notato la presenza di un uomo in fuga "vestito di scuro e le scarpe da ginnastica rosse" con in pugno un coltello. Poco distante, una donna si accasciava all'asfalto con il torace e le gambe completamente insanguinate. Sul posto sono intervenuti i medici del 118 e i carabinieri della Compagnia di San Giuliano. Ma nononostante l'intervento tempestivo dei sanitari, la ferita è morta poco dopo il trasporto all'ospedale Humanitas di Rozzano per le numerose fenditure al corpo (3 alla gamba sinistra e 2 alla schiena). La donna, rispondente al nome di Luljeta Heshta, aveva 47 anni ed era di origini albanesi. Di professione faceva la prostituta proprio lì, alla rotonda di San Pedriano, su quella stessa strada dove ha trovato la morte.

La cattura del killer

A incastrare il presunto assassino, anch'egli di nazionalità albanese, sarebbe stato un video registrato con lo smartphone da un passante in coda sulla Provinciale 40. Nella sequenza di immagini, ora al vaglio degli investigatori, si identificherebbe lo straniero in fuga a piedi dalla scena del crimine. Rintracciato dai carabinieri dodici ore dopo il delitto, presso la sua abitazione di Corvetto, il 43enne è stato immediatamente sottoposto a fermo con l'ipotesi di reato per omicidio volontario aggravato. Interrogato dagli inquirenti, non avrebbe confessato il misfatto ma "contro di lui ci siano indizi plurimi", ha assicurato il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, a capo dell'inchiesta.

Il movente del delitto

Messo sotto torchio, il sospetto killer avrebbe negato qualunque coinvolgimento nella vicenda sostenendo di non essersi mai allontanato da casa propria nella mattinata di domenica. Ma, a quanto pare, il video smentirebbe di netto la sua versione dei fatti comprovandone, invece, le responsabilità nella tragica aggressione. Stando alle primissime ricostruzioni, pare che i due convivessero da circa 20 anni ma, negli ultimi mesi, i rapporti si sarebbero notevolmente incrinati per via della gelosia. Secondo alcuni testimoni, Luljeta avrebbe intrattenuto una relazione con un altro uomo da qualche settimana; un flirt che il 43enne avrebbe scoperto poche ore prima del delitto.

Sarebbe stato dunque questo, secondo le ipotesi della procura, il movente dell'omicidio. Ma saranno le indagini a chiarire la dinamica del drammatico accaduto. Per ora, il 43enne resta in carcere: dovrà rispondere dell'accusa di omicidio volontario aggravato.

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