La dottoressa contagiata: "A 43 anni mi sono ritrovata a combattere con la morte"

Quando ha capito di aver contratto il coronavirus, si è rivolta a una struttura ospedaliera di Ariano Irpino. Ma qui le hanno detto che non erano attrezzati e che doveva rivolgersi a un altro nosocomio

La dottoressa contagiata: "A 43 anni mi sono ritrovata a combattere con la morte"

Mi sono ritrovata a combattere con la morte”. Queste tragiche parole sono state pronunciate da una dottoressa di 43 anni di Ariano Irpino, in provincia di Avellino. La donna si è ammalata di coronavirus a fine febbraio dopo aver partecipato a una festa di carnevale. Quando ha capito di aver contratto l’epidemia, si è rivolta a una tendostruttura del suo comune ma qui le hanno detto che doveva rivolgersi a un altro ospedale perché non avevano attrezzature per curarla.

Il racconto

Io sono una donna relativamente giovane, ho 43 anni - ha raccontato la dottoressa durante la puntata di Piazzapulita di ieri sera -. Ero in ottima salute e all’improvviso da una banale influenza, mi sono ritrovata a combattere con la morte”.

La donna ha detto di aver capito con sicurezza quando ha contratto il virus. Si trovava nel suo comune, “che ancora non registrava nessun caso”. Il 21 febbraio ha partecipato a una festa di carnevale dove erano presenti almeno 200, 300 persone. Dopo qualche giorno ha cominciato ad avvertire i primi sintomi influenzali. “Erano dolori articolari e al torace - ha raccontato la dottoressa - e sono stata una settimana a casa con questa febbre sempre sopra i 39 fino a 40. Ma io stavo sempre più male, quindi ho deciso di andare in ospedale”. La donna aveva capito che si trattava di coronavirus. “Purtroppo in questa circostanza - ha sottolineato - mi dispiace essere un medico perché ho capito quello che stava succedendo”.

Poi la donna ha detto che è andata in ospedale insieme al marito. Una volta giunti sul posto, lei non è scesa dalla macchina ma ha mandato il coniuge presso la tendostruttura per informarli della situazione. E qui è arrivata la beffa. “Il problema è che loro non mi hanno proprio entrare - ha evidenziato -. Mi hanno detto che non erano attrezzati e che mi sarei dovuta rivolgere a un altro ospedale perché loro non mi avrebbero neanche potuto fare il tampone”. A quel punto la donna ha chiesto loro a cosa servisse quella struttura e gli operatori non le hanno saputo rispondere.

Queste sono state le loro parole : “Signora, se Lei sta così male si deve rivolgere a un altro ospedale”.

La dottoressa ha ricordato che le persone non hanno capito la gravità del Covid-19 e vanno in giro senza chiedersi se possono essere possibili portatori del virus.

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