Se va avanti così, Babbo Natale ci porterà manette, camicie di forza e catene. Se saremo intelligenti, forse noi speriamo che ce la caviamo. Primo: uscire dalla trappola binaria di quelli che urlano «meglio la libertà» e quelli che urlano «meglio l'epidemia». Piantiamola. Degli asintomatici, metà possono infettare gli altri e metà no. Ma puoi distinguerli? No, non ci sono i mezzi per pedinare 10mila positivi al giorno. Bisogna ragionare, far ragionare e prendere qualche decisione preventiva e drastica, come quella di isolare Milano e Napoli, Roma, e non riaprirle finché non brillano come un bicchiere di cristallo. Lockdown non isterici, ma a macchia di leopardo con monitoraggio strettissimo.
L'ultimo dpcm è fatto soltanto per salvare Conte ed evitare che si faccia male quando incontra i cittadini. Il governo deve imparare a essere autorevole, conciso, chiaro. Parta dal principio che finora ha sbagliato: con 36mila morti a parità di popolazione siamo come gli Stati Uniti. C'è chi sta peggio, ma il governo italiano parla molto e dà l'impressione di non voler rischiare. Ora a noi sembra, stando a quel che dicono i virologi meno allarmisti come Pregliasco o Ricciardi, che si debba dire: qui chiudo finché non passa tutto, qui aspetto ancora una settimana, qui chiudo domani. Bisogna comunicare la consapevolezza che la scienza è empirica e va avanti soltanto per tentativi, errori e correzioni.
Poiché oggi i numeri suggeriscono che Milano, Napoli e a seguire Roma sono su una brutta strada, sarà bene che il governo agisca di conseguenza senza farsi imprigionare dalle due orde di opposti credenti. Nel rapporto Stato-Regioni il governo dovrebbe guidare senza bullismo, ma guidare. Intanto, la Lombardia ha decretato il coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino. Un provvedimento opportuno, se non ovvio, ma ora è il caso che sia il governo a metterci la testa e rischiare di suo sui provvedimenti.
Un consiglio non richiesto: tutti speriamo che le scuole restino aperte, ma bisognerebbe dire chiaramente che se si rendesse necessario chiuderle per il sospetto che dagli studenti partano i contagi verso le famiglie, il governo dovrebbe agire senza paure. Schiena dritta, meno comunicati illeggibili e una campagna informativa degna dei grandi Paesi in cui l'informazione guida le opinioni e forma il consenso e il dissenso.
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