Tornare in zona arancione la settimana prima di Pasqua per garantire le aperture di attività commerciali e, nei limiti del possibile, maggiori libertà ai cittadini. È questo l’obiettivo a cui puntano alcune amministrazioni locali e regionali. Tra il dire ed il fare, però, c’è sempre di mezzo il mare. Ad oggi la situazione sanitaria in Italia appare piuttosto complicata. I numeri, infatti, non lasciano ben sperare: i casi di persone positive al Covid registrati quotidianamente sono sempre alti. Per questo, al fine di raggiungere l’obiettivo di essere "declassati" in zona arancione, i cittadini dovranno essere pronti a sopportare ulteriori sacrifici nei prossimi giorni. Alcune ordinanze regionali e comunali emesse prevedono nuove limitazioni agli spostamenti e la creazione di zone rosse dove divampano focolai.
Tutto si deciderà il prossimo 26 marzo. Se quel giorno, come spiega il Corriere della Sera, i dati del monitoraggio mostreranno un miglioramento le Regioni ora in zona rossa potranno passare nella fascia di allarme più bassa. Ciò permetterà a molti negozi e attività di riaprire. Una piccolissima boccata d’ossigeno, anche se non risolutiva, per chi sta soffrendo gli effetti della crisi economica provocata da chiusure e restrizioni.
Le Regioni in rosso
Ad oggi sono in fascia rossa Campania, Puglia, Lazio, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Veneto, Marche, Molise e la provincia autonoma di Trento. In base ai dati raccolti chi pare avere le maggiori possibilità di tornare arancione sono le Regioni guidate da Zaia e Fontana. Il 12 marzo, infatti, il Veneto aveva l’indice Rt a 1,28, poco sopra la soglia di 1,25. La Lombardia, invece, aveva Rt 1.3 (l’oscillazione tra 1.28 e 1.32). "Non anticipo niente, posso solo dire che vedo qualche leggero miglioramento...", ha affermato il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, nel corso della presentazione del libro del giornalista Giovanni Lamberti riguardo un possibile ritorno della Regione da lui guidata all'arancione. Qualche possibilità esiste anche per il Lazio dove l'Rt è a 1.31 (l’oscillazione tra 1.27 e 1.36).
Le Regioni in arancione
Sono in zona arancione Basilicata, Calabria, Toscana, Abruzzo, Liguria, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta e la provincia autonoma di Bolzano. L’obiettivo in questo caso è di non peggiorare la situazione sanitaria, mantenendo l’indice Rt sotto soglia 1,25.
Il nuovo monitoraggio
Diverse sono le scadenze fissate dal decreto del governo in vigore dal 13 marzo che devono essere tenute d’occhio. Dall’ultima ordinanza emessa dal ministro della Salute Roberto Speranza devono trascorrere due settimane. Ciò significa che il monitoraggio del 19 marzo servirà a fornire indicazioni ma ad essere decisivo sarà quello previsto una settimana dopo. Se i valori saranno in discesa ci potrebbe essere il passaggio delle rosse in arancione, con conseguente riapertura di alcune attività lunedì 29 marzo. Attenzione, però.
Ci saranno solo cinque giorni di maggiore libertà prima del lockdown di Pasqua. Il 3, il 4 e il 5 aprile, infatti, tutta Italia torna in rosso. Il 6 aprile scade il decreto. Sulla base dei dati aggiornati il governo deciderà le regole da rinnovare e quelle da abolire. Nello stesso mese, a meno di ulteriori imprevisti, sarà impressa una forte accelerata alla campagna di vaccinazione.
Come spiegato dal commissario straordinario all’emergenza Covid-19 Francesco Paolo Figliuolo si lavorerà per somministrare 500mila dosi di vaccino al giorno. Così facendo si potrebbe raggiungere l'immmunità di gregge entro settembre.
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